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20 novembre 2007

Zoccolo duro fuori dalla curva

Fonte: amantea.net

UN CORTEO, due striscioni, una protesta per non dimenticare che quanto accaduto a Gabriele Sandri, domenica mattina, poteva accadere ad ognuno di noi. Così una parte della tifoseria rossoblù ieri ha voluto manifestare tutto il suo dissenso per una morte assurda, evitando di entrare allo stadio a tifare per i loro colori, ma manifestando davanti al San Vito.
Un corteo pacifico, colorato anche se di certo poco numeroso: così, mentre dentro lo stadio una parte della tifoseria incitava i colori rossoblù, un’altra parte sfilava in strada per ricordare una morte assurda, per ribadire un “nunca mas” sempre più forte. Un centinaio, lo zoccolo duro dietro un drappo e tanti ideali. Appuntamento davanti alle rispettive curve alle ore 14, per organizzare in che modo dovrà essere strutturata la protesta: la curva nord è compatta, gli ultrà della Catena sono arrivati in massa desiderosi di portare avanti la loro protesta. Davanti la curva Bergamini, invece, lo scenario é ben diverso: pochi i gruppi che hanno accettato di aderire, molti preferiscono perseguire una linea di protesta diversa: si entra allo stadio ma non si intonano cori, nel rispetto di Gabriele. Alcune crew decidono di seguire la linea di restare fuori dallo stadio: i Rebel Fans sono in prima fila, striscione in mano, seguiti poco dietro da Amantea e dall’Alkool Group. All’interno della curva Sud i settori appartenenti a questi gruppi sono stati transennati con il nastro, per sottolineare l’assenza e il vincolo territoriale. Il resto dello stadio si interroga: senza tifo che gara sarà? Alle 15, in contemporanea con l’inizio del match, partono i cortei: Rebel Fans, Amantea e Alkool Group si muovono uniti, trincerandosi ed unendosi dietro allo striscione dei Rebel Fans “Contro ogni abuso – Against police state”. Partono i cori contro la polizia, contro Amato, contro un decreto che sta stretto al mondo ultras; nel mezzo, tanti cori per Donato Bergamini, indimenticato idolo della tifoseria rossoblù nel giorno del suo ricordo. Improvvisamente una pausa, un urlo, lo stadio che libera la sua gioia: i lupi sono in vantaggio, ma il corteo non si ferma, direzione tribuna stampa. Ad attenderli, sotto il gabbiotto riservato ai giornalisti, gli esponenti della Nord, capeggiati dallo striscione “Justicia e libertad”. Si uniscono i gruppi, in tutto un centinaio di supporter che marciano in corteo intorno al San Vito: spuntano le prime bombolette spray, sui muri compaiono scritte quali “Assassini”, “Gabry uno di noi”, “Acab”, slogan simbolo della protesta, mentre la polizia osserva da lontano e subisce passivamente i cori degli ultrà. Di fronte alla Sud, la protesta si disperde: chi entra nel settore, chi resta a parlare, chi torna a casa deluso dall’esito della protesta. Non resta altro che raccogliere gli striscioni e voltare pagina, pensando alla trasferta a Siracusa che forse non ci sarà. Sto-rie da calcio moderno. 

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