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22 aprile 2021

Fieri Fossato sulla SuperLega

 

Stupiti dalla notizia della Superlega? Per quanto ci riguarda, assolutamente no.

Sono anni, infatti, che raccontiamo di un sistema che ha palesemente anteposto il puro business ai valori propri dello sport, perché la crisi del calcio non è di nascita recente ma ha radici profondissime. Ma come sempre, quando a lanciare certi moniti è il mondo ultras, a livello mediatico e di opinione pubblica è esercizio comune etichettarli negativamente e non dargli il giusto peso.

La mossa dei 12 club è stata soltanto la punta dell’iceberg di questo processo. Una VERGOGNA che non si potrà mai cancellare né dimenticare, sebbene alcune società abbiano fatto immediatamente marcia indietro provando a pulirsi la coscienza con tanto di scuse verso i tifosi e il progetto sia conseguentemente naufragato sul nascere.

La nostra posizione è netta: queste squadre meriterebbero la radiazione dai propri campionati.

Stessa VERGOGNA che dovrebbero provare anche FIFA, UEFA, Federazioni e Presidenti delle altre società che in queste ore hanno recitato la parte delle vittime, utilizzando la scusa della mancanza di rispetto verso i tifosi per denigrare un progetto che in realtà li avrebbe colpiti soltanto nel portafoglio.

Oggi questi signori che comandano il calcio gridano allo scandalo, ma siamo così sicuri che a breve non si siederanno ad un tavolo coi 12 club “dissidenti” per raggiungere un accordo che andrà a soddisfare pienamente ambo le parti?

Proprio loro ci vengono a parlare di diritti dei tifosi quando in questi anni hanno svenduto la nostra passione in nome del profitto, consentendo in primis alle televisioni di stravolgere completamente i calendari secondo le loro esigenze; non mettendo un freno a situazioni pericolose come il sempre più influente ruolo dei procuratori e il conseguente aumento dei costi di cartellini e ingaggi che hanno portato alla situazione di collasso economico odierna; creando regole farlocche come il Financial Fair Play, progetto decaduto dopo evidenti disparità di applicazione. Potremmo andare avanti per ore.

L’ipocrisia stessa dei Presidenti che piangono miseria per la mole di debiti accumulata ci disgusta, ma non da oggi.

Da anni ci battiamo perché il calcio torni ai fasti degli anni ’80, dove esisteva una vera competizione basata sul merito – sia a livello nazionale che europeo – e le belle favole come il Leicester campione d’Inghilterra rappresentavano non una rara eccezione che suscitava clamore, ma la normalità.

Gli strumenti per tornare a quel calcio esistono: salary cap, stop ai procuratori, riforma dei campionati con riduzione del numero di squadre partecipanti, riforma delle coppe europee tornando al format anni ’80, riduzione del numero di stranieri consentiti in rosa con conseguente valorizzazione dei settori giovanili e investimenti nelle strutture. Queste dovrebbero essere le proposte necessarie per riportare il calcio al suo splendore e per rimettere i tifosi al centro di tutto, eppure chi gestisce istituzionalmente il calcio non le prenderà mai in considerazione perché la macchina del profitto dovrà continuare a macinare denaro e il pensiero di provare a ridurre i costi non li sfiorerà minimamente.

Quindi, cari ipocriti del cazzo, non veniteci a parlare di valori, di sogni, di passione e di rispetto verso i tifosi: queste parole le avete irrimediabilmente cancellate dal vostro vocabolario da oltre 20 anni. Piuttosto, fatevi un bell’esame di coscienza e provate a guardarvi allo specchio…. sempre che ci riusciate!

Per chi volesse approfondire la nostra posizione sul tema Superlega, nel 2016 avevamo già lanciato l’allarme tramite questo articolo che vi riproponiamo al seguente link:

http://www.fierifossato.it/super-lega-apoteosi-del-calcio-moderno/#more-115

20 aprile 2021

Curva Sud Milano : Sulla SuperLega...

 

Mentre la stagione calcistica si avvia alla conclusione, sul mondo del pallone si è abbattuta la tempesta chiamata Super League, una competizione fortemente voluta dalle squadre europee più blasonate, in aperto contrasto con le politiche della UEFA.
Un vero e proprio terremoto nell’ambiente calcio, che inevitabilmente ci riguarda da vicino dato che il nostro Milan rientra in quella dozzina di societá “scissioniste”, che intendono dare vita a questa nuova competizione europea.
Tanto veloce quanto scontata e pressapochista è arrivata la reazione delle varie componenti istituzionali calcistiche ma anche politiche, con capi di governo, vertici delle varie federazioni nazionali ed internazionali e dirigenti dei club di tutta europa, che non hanno perso tempo a scagliarsi con veemenza contro le componenti di questa nuova Lega, minacciando pesanti sanzioni al grido de “il calcio è della gente”.
Onestamente, che tutti i signori della stanza dei bottoni adesso mettano al primo posto noi tifosi ci fa molto sorridere.
Quella della Super League è solo l’ultima di innumerevoli manovre ormai in atto da decenni, che hanno portato il calcio a diventare un business. Certamente la nascita di questa nuova competizione sarebbe l’ennesima spallata al calcio di una volta che è ormai solo un lontano ricordo, ed inevitabilmente finirà per oscurare il fascino e la tradizione dei vari campionati nazionali, privando il calcio dall’imprescindibile principio della meritocrazia sportiva.
Ma la cosa che ci fa ancora più indignare è l’ipocrisia di tutti coloro che hanno contribuito a rendere questo sport solo un business, i quali oggi insorgono in nome dei tifosi, ma semplicemente in quanto vedono rompersi quel giocattolo tanto remunerativo che pensavano intoccabile.
Il calcio è stato della gente fino agli anni 90, quando nacque la Champions League a discapito della vecchia coppa campioni: da quel momento si è iniziato a scavare quel solco incolmabile tra grandi e piccole società.
Il calcio era della gente anche quando non è stato mosso dito per frenare il caro biglietti imposto da alcuni presidenti.
Il calcio era della gente anche quando non si è fatto nulla per ostacolare l’inarrestabile ascesa dei procuratori, i quali hanno portato gli ingaggi dei calciatori a cifre sempre più astronomiche, sostenibili solo grazie agli introiti dei diritti televisivi, quelle TV che hanno poi imposto calendari sempre più serrati, con partite in giorni ed orari assolutamente improbabili.
Il calcio era della gente anche quando sono state introdotte norme volte a vietare qualsiasi tipo di rapporto tra giocatori e tifosi.
Il calcio era della gente anche quando le finali di supercoppa venivano giocate in altri continenti o le date di alcune partite venivano modificate a pochi giorni della disputa, a discapito di tifosi che magari avevano già provveduto ad acquistare biglietti di treni o aerei per presenziare allo stadio.
Il calcio era della gente anche quando alcuni presidenti molto influenti in Lega, affermavano apertamente che nonostante il conseguimento del risultato sportivo, ad alcuni club con scarso bacino d’utenza sarebbe stato opportuno impedire di giocare in serie A.
Il calcio era della gente anche quando ad alcune società è stato permesso di aggirare il fair play finanziario, mentre altre con padroni meno influenti venivano penalizzate.
Il calcio era della gente anche quando con ogni mezzo si è deciso di assegnare il mondiale 2022 al Qatar, nonostante ciò comporti la disputa della rassegna iridata a novembre con conseguente stravolgimento del calendario dei club. Lo stesso Qatar oltretutto, sotto accusa per le innumerevoli violazioni dei diritti umani nei confronti dei lavoratori che hanno contribuito alla costruzione degli stadi, spesso in condizioni di lavoro disumane e che ha causato circa 6.500 vittime sul lavoro. Ecco, fa specie che ciò abbia lasciato indifferente la FIFA, solitamente sempre molto attenta alle tematiche sociali, anche se sorge spontaneo il dubbio che lo sia solo quando le fa comodo…

Potremmo elencare molti altri esempi per dimostrare l’assoluta incoerenza nelle parole di queste ore da parte dei vertici del calcio, rispetto all’operato svolto per decenni, il quale ha portato il calcio a diventare da gioco popolare a puro strumento del più sfrenato business.
Il calcio andava rivisto dalle fondamenta a tutti i livelli, federazioni, società, dirigenti, giocatori già molto tempo fa.
La Super League è solo l’ennesima porcheria, ma chi ha portato il calcio a questo punto di quasi non ritorno non è da meno quindi evitateci squallidi teatrini di retorica e moralità.

Adesso che i soldi stanno finendo, scornatevi fra di voi, ma non azzardatevi a nominare i tifosi.
PORCI!

Curva Sud Milano – A.I.M.C.

19 aprile 2021

Ultras Brescia 1911 "Super Lega o Super Cazzola ?"

 

Vista l’eco mediatica avuta dalla notizia in queste ore, tutti sapranno che la famigerata Superlega “minacciata” -ormai da anni- dai “grandi” Club europei è in dirittura di arrivo.
Alla faccia dei tifosi, naturalmente, e nonostante le ripetute smentite da parte degli interessati in tempi non sospetti.
Sì, perché dopo:

  • avere cancellato tutte le tradizioni legate alla Maglia che hanno fatto grande e soprattutto popolare questo sport;
  • avere fatto fallire/sprofondare decine di società storiche e blasonate;
  • avere svenduto le anime (la loro e quella dei tifosi) alle televisioni a pagamento;
  • avere svuotato gli stadi (ben prima del covid) e averli ridotti a salotti costosi e asettici;
  • avere trasformato i tifosi in meri clienti senza diritti e senza opinioni;
  • avere ripreso i campionati nonostante la situazione drammatica (causa covid) e i tantissimi pareri contrari;
  • avere dato fondo a tutte le loro in-capacità manageriali per affossare il gioco più bello e ricco del mondo;
    dopo tutto questo e molto altro ancora, gli stessi Club (su tutti quello dei famelici… “agnelli”) che fino a oggi avevano convertito il calcio italiano a seconda delle proprie esigenze e dei propri interessi, decidono di aprire una nuova “Lega europea” a proprio uso e consumo.
    Ora, non staremo troppo tempo ad analizzare schemi, costi e benefici relativi a questo progetto; basterà infatti spulciare qualche giornale per capirne la portata e l’aberrazione.
    Ci piacerebbe piuttosto fare una semplice riflessione sul tanto decantato “calcio moderno”, in particolare quello “italiota”, che chiaramente ha fallito in maniera miserabile.
    Iniziato verso la fine degli anni ottanta, e accelerato negli ultimi anni nonostante le proteste dei tifosi e le evidenti perdite sia a livello sociale, sia a livello economico, il calcio italiano ormai incarna soprattutto le ambizioni, i poteri e gli appetiti di pochi Club, che sulla carta dovrebbero essere ricchissimi e vincenti.
    In realtà la maggior parte di loro è alla canna del gas, e negli ultimi anni sono stati anche -quasi- tutti eliminati prima delle fasi finali di ogni competizione europea.
    Una situazione disastrosa e paradossale, frutto di scelte autonome (non condivise coi tifosi, per intenderci) e ostinate, dettate solo ed esclusivamente dalla brama di potere e di denaro e dalla superficialità dei soliti noti.
    La verità è che non solo hanno dilapidato il potenziale sociale, storico ed economico ereditato dai vecchi presidenti di calcio, ma hanno sperperato perfino i miliardi di euro con cui sono stati ricoperti -in tanti campionati- dalle Pay-TV.
    Come se non bastasse, ora si apprestano a distruggere anche quel poco che era rimasto…
    Il covid, sia chiaro, ha velocizzato semplicemente questo processo rovinoso e -con ogni probabilità- senza ritorno, che i tifosi stanno denunciando ormai da tempo immemorabile.
    E proprio questa accelerazione -per certi versi inaspettata- e i tanti debiti accumulati hanno “convinto” alcuni Club a stringere i tempi e intraprendere la strada “europea”, apparentemente in discesa.
    Per quello che vale, noi pensiamo che il loro sia un grande errore; l’ennesimo.
    Crediamo soprattutto che -in ordine di tempo- questa sia solo l’ultima decisione irrispettosa di una classe dirigente presuntuosa e maldestra.
    Una vera e propria “casta”, che farebbe meglio a recuperare le proprie origini/tradizioni, nel rispetto di chi ha reso unico il calcio (e lo ha sempre vissuto con passione), e negli interessi di tutti.
    Sapete, all’inizio di questa pandemia ci raccontavamo che ne saremmo usciti tutti migliori…
    Beh, evidentemente non è così…
    Ti seguo sempre anche se perdi sempre…
    Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord
    Brescia 19/04/2021

Curva Sud Monaco : No alla Super League

 

Annunciando che in futuro uscirà dal sistema europeo di concorrenza, 12 club internazionali di eccellenza hanno scioccato il pubblico di calcio domenica.

Con una Eliteliga privata, eliminano il principio fondamentale di ogni concorso. Non è più la competizione sportiva e leale per i titoli, ma la sicurezza finanziaria della pianificazione e la massimizzazione dei profitti del 15 o 15 20 associazioni studiate a mano diventano i massimi.

Le stesse premesse si basano anche sulla riforma della Champions League di lunedì. Più partite e ulteriori percorsi di qualificazione sicuri significano entrate garantite e più elevate. La Super League ora sta esaurendo l’idea che è stata dietro la riforma.

Nonostante ciò, finora nessun rappresentante della nostra associazione ha potuto sentire una chiara distanza dalla partecipazione a una Super League. Chiediamo che i responsabili della FC Bayern si dimostrino chiaramente di rimanere nelle strutture concorrenziali esistenti, anziché tenere aperte le eventuali porte posteriori. Partecipare alla Super League non può essere un’opzione.

La separazione dei 12 club decade anche l’argomento centrale della riforma della Champions League appena decisa, costantemente messa in campo come panacea contro una simile superliga. Chiediamo al FC Bayern di impegnarsi per annullare la decisione di riforma e rinegoziare i tifosi di calcio.

Il FC Bayern in questo periodo turbolento ha la possibilità e l’impegno di mettere il suo posto per rendere il calcio al di là dei bossoli e umili.

Curva Sud Monaco

15 aprile 2021

Counicato: CN Terni

 

Open Letter To European CLUB Association (ECA) Chairman Andrea AGNELLI

 

Our groups represent fans of clubs that sit on the ECA Board.

We are writing to you on behalf of them and millions of others across the continent who you have chosen to ignore in your attempt to takeover European football.

Your plans to restructure the Champions League by increasing the number of games, introducing qualification based on past achievements, and monopolising commercial rights present a serious threat to the entire game. Instead of realising your supposed goal of “building a successful, sustainable, and socially responsible football industry”, you will only make the gap between the rich and the rest bigger, wreck domestic calendars, and expect fans to sacrifice yet more time and money.

All for the benefit of whom?  

A handful of already wealthy clubs, investment firms, and sovereign funds, none of which have the legitimacy to decide how football should be run. Even most ECA members stand to lose out from the proposed reforms. 

Such a blatant power grab would be indefensible at the best of times, but at the height of a global pandemic, it is nothing more than crisis profiteering—not to mention a stark contrast to the solidarity displayed by fans. Over the past year, we have supported our clubs unconditionally, buying season tickets with no hope of attending games, and paying for TV subscriptions to watch repetitive ties held in empty, soulless stadiums, all while you were working behind the scenes to find new ways to bleed us dry. 

But we do not have the time or money to invest in your fantasies or fund your insatiable greed. And in the end, we are your business model.  Despite the expectations of some, there is no “fan of tomorrow” waiting to come off the bench to rescue your plans.

We are the fans of today, and we do not want more European games. We want strong, competitive domestic leagues, an equal opportunity to qualify for Europe based on sporting merit, and fairer sharing of the game’s wealth.

We therefore demand that you drop your reckless plans. We also call on football’s governing bodies to stop making concessions to elite clubs and intervene to protect the future of the game.

Football needs to change. But it needs to change for the better. The issues at stake are too important to be decided behind closed doors.

 

TRADUZIONE IN ITALIANO:

Scriviamo a nome nostro e di milioni di altri tifosi in tutto il continente che avete scelto di ignorare nel vostro tentativo di conquistare il calcio europeo.

I vostri piani per ristrutturare la Champions League aumentando il numero di partite, introducendo qualificazioni basate sui risultati passati e monopolizzando i diritti commerciali rappresentano una seria minaccia per l’intero gioco. Invece di realizzare il vostro presunto obiettivo di “costruire un’industria calcistica di successo, sostenibile e socialmente responsabile”, aumenterete solo il divario tra i ricchi e la maggioranza restante, distruggerete i calendari nazionali e vi aspettate persino che i tifosi sacrifichino ancora più tempo e denaro.

Il tutto a beneficio di chi?

Una manciata di club, società di investimento e fondi sovrani già ricchi, nessuno dei quali ha la legittimità per decidere come il calcio dovrebbe essere gestito. Anche molti dei membri dell’ECA rischiano di rimetterci con le riforme proposte.

Una presa di potere così palese sarebbe indifendibile nel migliore dei casi, ma al culmine di una pandemia globale, non è altro che approfittare della crisi, per non parlare del netto contrasto con la solidarietà mostrata dai tifosi. Nell’ultimo anno, abbiamo supportato i nostri club incondizionatamente, acquistando abbonamenti senza alcuna speranza di assistere alle partite e pagando abbonamenti TV per guardare partite noiose giocate in stadi vuoti e senz’anima, il tutto mentre lavoravate dietro le quinte per trovare nuovi modi per dissanguarci.

Ma noi non abbiamo tempo o denaro da investire nelle vostre fantasie o finanziare la vostra insaziabile avidità. E alla fine, siamo il vostro modello di business. Nonostante le aspettative di alcuni, non c’è nessun “tifoso del domani” in attesa di scendere dalla panchina per salvare i vostri piani.

Siamo i tifosi di oggi e non vogliamo più giochi europei. Vogliamo campionati nazionali forti e competitivi, pari opportunità di qualificarci per l’Europa basate sui meriti sportivi e una più equa condivisione della ricchezza del gioco.

Chiediamo quindi che abbandoniate i vostri piani sconsiderati. Chiediamo inoltre agli organi di governo del calcio di smettere di fare concessioni ai club d’élite e di intervenire per proteggere il futuro del calcio.

Il calcio deve cambiare. Ma deve cambiare in meglio. Le questioni in gioco sono troppo importanti per essere decise a porte chiuse.

--

Signed by: 

Supportersvereniging Ajax (AFC Ajax / Netherlands)

Mauves Army 2003 (RSC Anderlecht / Belgium)

Arsenal Supporters’ Trust / Arsenal Independent Supporters’ Association (Arsenal FC / England)

EscudoAtleti / Replicantes 1903 / Señales de Humo (Atlético de Madrid / Spain)

Club Nr. 12 (Bayern München / Germany)

Diabos Vermelhos (SL Benfica / Portugal)

BVB Fanabteilung (Borussia Dortmund /Germany)

1907 ÜNIFEB (Fenerbahçe / Turkey)

Forza HJK / Klubipääty (HJK / Finland)

FCK Fan Club (FC København / Denmark)

Bad Gones 1987 (Olympique Lyonnais / France)

Manchester United Supporters’ Trust (Manchester United / England)

Collectif Ultras Paris (Paris Saint-Germain / France)

Movimiento Ámbar (Real Madrid / Spain)

gäubschwarzsüchtig – GSS (BSC Young Boys / Switzerland)

Football Supporters Europe (FSE)

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