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18 dicembre 2005

Saluto romano, Blatter furioso «Di Canio va cacciato dal calcio»


Gian Piero Scevola

Non c'è pace per Paolo Di Canio e il suo nostalgico saluto romano. Prima ci si è messa la Federcalcio che ha aperto un'inchiesta, ora a bollarlo ci pensa addirittura il presidente della Fifa, l'ex colonnello di ferro Joseph Blatter che da Tokio, dove è in corso il mondiale per club, ha tuonato contro il centrocampista biancoceleste. «In certi casi dovremmo escludere qualcuno dalla nostra famiglia», il duro commento di Blatter quando gli è stato posto il caso del giocatore laziale.

Una chiara minaccia di sanzioni da parte del numero uno del calcio mondiale che non ha proprio gradito come domenica scorsa Di Canio si sia rivolto con il saluto romano ai sostenitori biancocelesti presenti sugli spalti del Picchi a Livorno. «Stiamo seguendo con attenzione la vicenda - conferma Blatter - e contrasteremo fermamente ogni forma di discriminazione. La linea della Fifa nei confronti del razzismo è durissima. Le uniche sanzioni efficaci in questi casi per i club sono la penalizzazione in termini di punti, l'esclusione dalla competizione o la retrocessione. Inutile invece puntare sulle sanzioni pecuniarie, le multe non servono a nulla, sia per i giocatori che per le società. Bisogna prendere provvedimenti severi, bisogna essere duri sul serio».

Dopo questa filippica la sorte di Di Canio sembra proprio segnata, anche perché questo è un duro avvertimento alla nostra Federcalcio, Carraro in primis, e alla nostra giustizia sportiva. Di Canio, per il quale si è già mosso l'Ufficio indagini, verrà senz'altro squalificato, ma il previsto stop di un turno potrebbe a questo punto arrivare anche a tre, se non addirittura a sei giornate, visto come la pensa la Fifa e visti, soprattutto, i parametri di pena della federazione mondiale. Ma le parole di Blatter fanno anche paventare una possibile squalifica a vita da parte della Fifa. Per Di Canio si prospettano davvero tempi molto duri.


IlGiornale.it

13 dicembre 2005

Di Canio fa il saluto romano a Livorno


Di Canio che uscendo saluta i tifosi con il saluto romano. Scoppia la bufera per la provocazione del giocatore. L'anno scorso aveva saluto con il braccio alzato durante il derby con la Roma.

Livorno, 11 dicembre 2005 - Paolo Di Canio ci ricasca col 'saluto romano'. La bandiera della Lazio alla fine della gara persa a Livorno 2-1 e' andato sotto la curva dei suoi tifosi ed ha piu' volte mostrato il braccio teso come da gesto caratteristico del regime fascista.

Di Canio e' recidivo in tal senso perche' fu deferito alla Commissione Disciplinare lo scorso febbraio per lo stesso atteggiamento 'nostalgico' alla fine del derby vinto contro la Roma.

E al seguito del deferimento fu ammonito e multato di 10.000 euro, al pari della Lazio per responsabilita' oggettiva. Un precedente che potrebbe dare altri problemi a Di Canio, anche perche' Livorno-Lazio era partita a rischio incidenti per la cosiddetta contrapposizione politica delle due curve.

Gli ultras amaranto hanno risposto alla provocazione intonando cori contro Di Canio. L' episodio non e' piaciuto al portiere amaranto Amelia, un ragazzo cresciuto a Roma e nella Roma.

''E' un gesto stupido, non e' la prima volta che lo fa, esiste un regolamento e credo che la federazione debba prendere provvedimenti''. E Grandoni sottolinea che la risposta migliore a quel gesto ''l' ha data il campo con i giocatori che hanno disputato una partita corretta''.

E' vero, quei gesti macchiano una gara 'composta' in campo, dove i giocatori non hanno mai perso la testa, come dimostra una sola ammonizione, quella di Morrone, arrivata intorno al novantesimo. Episodi stonati in una sfida curvaiola giocata a colpi di slogan e striscioni e bandiere con croci celtiche e tricolori con l' aquila (simbolo della Rsi) da una parte, immagini del Che dall' altra, con i cori ''Duce Duce'' che si sono contrapposti a ''Bandiera rossa'', con il motto fascista ''Boia chi molla'' e i pugni chiusi.

Ai livornesi Di Canio non piace e cosi' non perdono l' occasione di aspettarlo al pullman, a fine gara. Sfotto', offese e lancio di oggetti, con lui che mentre sale le scalette per andare a sedersi fa sberleffi.

E fuori dal campo Livorno-Lazio, una delle partite ad alto rischio per l' ordine pubblico, registra un poliziotto ferito in uno scontro con tifosi livornesi (otto punti di sutura alla testa) avvenuto prima della gara e il lancio di un fumogeno al pullman della Lazio mentre stava arrivando allo stadio.

Per il resto, il servizio d'ordine montato dalla questura ha funzionato. Nessun contatto tra le due tifoserie. E questo era il pericolo maggiore, quello che dava piu' preoccupazione.

La Lazio, Di Canio e i tifosi che inneggiano al Duce lasciano Livorno, la curva del Che Guevara si scioglie: ognuno va per la sua strada. Tutto va via liscio. Ma piu' che una partita di calcio e' stato un derby politico.

1 dicembre 2005

Comunicato Curva Nord Foggia

COMUNICATO
I gruppi della CURVA NORD prendono decisamente le distanze dall'azione legale che i gruppi della Curva Sud stanno intraprendendo nei confronti del servizio d'ordine, relativo alla partita di campionato Napoli-Foggia del 27-11-2005.

Noi della Nord nel prendere le distanze da tale atto non vogliamo andare contro nessuno, sia chiaro. E' solo il nostro modo di pensare, e la nostra linea che ci fanno prendere con fermezza le distanze da questi mezzi. Crediamo che il dovere di un ultras non sia quello di denunciare, ma altro.

Anche noi siamo ovviamente dispiaciuti del ritardo del nostro ingresso, che non ci ha fatto esultare ai goal del Foggia, ma il nostro primo interesse da ultras era ed è sempre Essere Presenti, non importa se prima della gara, durante, o a fine gara. Questo per ciò che concerne il ritardo del nostro ingresso.

Per ciò che riguarda, infine, altre questioni della denuncia, su presunti agguati e quant'altro, prendiamo anche in questo caso, le distanze in modo deciso. Queste azioni legali non fanno parte del nostro comportamento. Di tutto quello che è accaduto, non ci lamentiamo, siamo ultras e sappiamo a cosa andiamo incontro.

Siamo anche stati combattuti nell'effettuare questo comunicato, ma non c'era altro modo per smentire questa faccenda.

Ribadiamo ancora una volta la nostra posizione, che non ci vede in nessuna maniera coinvolti come gruppo e curva in questo tipo di azioni.

Curva Nord Foggia

21 novembre 2005

COMUNICATO FOSSA DEI LEONI

Non abbiamo voluto scrivere un comunicato in merito alla vicenda di milan juve perchè in queste occasioni non siamo soliti rispondere con questi mezzi ed anche questa volta non faremo alcuna comunicazione sui fatti, ci limitiamo solo a dire che un'esposizione di parte e di comodo puo' arrivare a far presupporre anche la piu' ignobile delle infamie, pur di accreditarsi una posizione di vantaggio, ma un'accusa ha bisogno di riscontri oggettivi e pertinenti, non puo' essere ambigua od evasiva perchè altrimenti è delazione.

Questa storia ha posto in evidenza punti di vista ormai inconciliabili all'interno della nostra curva e dopo avere discusso e riscontrato divergenze incolmabili ed insanabili, siamo giunti all'amara ma orgogliosa decisione di scioglierci e chiudere così la meravigliosa avventura della Fossa dei Leoni.

Non è nostra intenzione utilizzare questo comunicato per difenderci dalle accuse mosseci, perchè siamo certi che chi ha avuto l'onore di conoscere o di scontrarsi con la Fossa dei Leoni non puo' nemmeno immaginare che qualcuno possa
essersi reso responsabile di cio che ci viene addebitato.

Per 37 anni tutti i ragazzi che hanno fatto parte della Fossa dei Leoni hanno condiviso con essa
i valori e lo spirito dei fondatori, li hanno portati avanti con passione, con dedizione ed una
convinzione ineguagliabile, per tutte le generazioni succedutesi e mantenendo tra esse un filo conduttore
senza interruzioni di sorta.

Queste sono state le nostre fortune, le nostre forze e le nostre conquiste e tutti noi anche oggi,
in un giorno che mai avremmo immaginato, dobbiamo essere felici, orgogliosi e fieri d' avervi
fatto parte, perchè oggi finisce la storia della Fossa dei Leoni ma rimangono vivi
e saldi dentro ciascuno di noi quei valori e quello spirito che sempre ci hanno contraddistinto.

Grazie a tutti.

Fossa dei Leoni

16 novembre 2005

COMUNICATO Curva Nord (Pisa Napoli)

I gruppi della Curva Nord “Maurizio Alberti” desiderano prendere posizione sui fatti di
Pisa-Napoli accaduti prima, durante e dopo la partita. Senza tanti giri di parole,
vogliamo esprimere una ferma condanna dell'aggressione subita a fine gara dal
genitore napoletano, a cui auguriamo una pronta guarigione. Un episodio del genere,
per dinamica e modalitÓ, non ci appartiene ed Þ lontano anni luce dalla nostra
mentalitÓ; sfidiamo chiunque ad affermare il contrario. Il nostro comportamento negli
ultimi anni Þ stato sotto gli occhi di tutti e ci piace definirlo coerente. Noi non rifiutiamo
a priori lo scontro tra gruppi o tifoserie, perchÚ le situazioni non sono sempre le
stesse e talvolta pu‗ esserci la necessitÓ far valere un principio o un diritto. Tutto
questo comporta un'assunzione di responsabilitÓ alla quale non ci sottraiamo: ragazzi
di noi hanno pagato e continuano a pagare con diffide e denunce. Ma allo stesso
tempo abbiamo sempre espresso disapprovazione verso i danneggiamenti, gli agguati
e le infamate, dalle coltellate agli striscioni contro i morti; questo deve essere
riconosciuto perchÚ fa parte di noi ed Þ una caratteristica della nostra tifoseria che ci
ha sempre fatto andare a testa alta su ogni campo. Anche nei momenti di confronto
con altri ultras non abbiamo mai ceduto di un passo: le nostre idee, se vogliamo
"integraliste", ci hanno fortemente distinto da altri gruppi del panorama nazionale che
invece difendevano la possibilitÓ di compiere azioni assolutamente aliene dalla
mentalitÓ dei pisani. Non sono parole vuote. Il razzismo, cosý come i coltelli, in Curva
Nord non entrano e non entreranno mai. I controlli sui treni e nei cortei li facciamo
prima noi, dopo la polizia. Chi Þ venuto un po' in giro con noi queste cose le conosce
benissimo. E allora si capisce bene come l'aggressione alla famiglia sia quasi da
interpretare come un atto compiuto anche contro di noi, in spregio a quelle norme di
comportamento che cerchiamo di inculcare nella testa dei ragazzi e della tifoseria
intera. Domenica peraltro Þ stata una giornata molto difficile: ci sono stati scontri
isolati dalla mattina alla sera. l tifosi napoletani sono arrivati per la stragrande
maggioranza senza scorta e quasi tutti hanno posteggiato auto e pulmini nella zona
della Nord e nelle strade circostanti. Si Þ creato cosý un miscuglio potenzialmente
esplosivo di sostenitori locali e ospiti. Se la mentalitÓ che ci animava fosse stata
davvero quella dell’aggressione incondizionata, sarebbe stata, scusate il termine, una
carneficina: numerose famiglie passavano con le sciarpe biancazzurre e giravano nei
bar e nei ritrovi circostanti lo stadio. Ma, fatta eccezione per il fatto grave giÓ
ricordato, non Þ accaduto nient’altro di cosý eclatante. E’ anche vero, per‗, che diversi
gruppetti di napoletani non erano costituiti da famigliole, ma da ragazzi, giunti in auto
o pulmini, che giravano per le strade con atteggiamento provocatoria infastidendo
spesso passanti e sportivi. E cosý si sono verificati scontri. I ragazzi arrestati sono
accusati di aver partecipato a risse, dove le avranno date e prese, ma non alla
gravissima aggressione la cui eco, crediamo, deve aver contribuito ad inasprire i
provvedimenti contro di loro. L'escalation di incidenti, tutti non gravi, ma numerosi e il
risultato finale della partita, hanno portato ad un inasprimento dello scontro al termine
della gara, quando i napoletani festanti sono tornati a riprendere le macchine in un
deflusso incontrollato. L’episodio “incriminato” Þ avvenuto in questo momento di caos.
Chi ha letto quanto detto sopra capirÓ che non vogliamo assolutamente giustificarlo,
ma contestualizzarlo, ferma restando la nostra pi¨ completa estraneitÓ
comportamentale e culturale di fronte ad un fatto che macchia l'immagine dell’intera
tifoseria pisana.
Curva Nord “Maurizio Alberti”
A questo comunicato ufficiale NON ne seguiranno altri. La Curva Nord “Maurizio
Alberti” diffida da qualsiasi altro comunicato uscito o in uscita sulla rete e non solo.

15 novembre 2005

Comunicato ufficiale Curva Nord Milano del 15/11/2005

La Curva Nord Milano rende noto alle tifoserie italiane che lunedì 14 novembre è stato organizzato, in collaborazione con la Curva Sud, un incontro tra gli Ultras, gli organi di stampa ed alcuni esponenti Politici di vari schieramenti che si stanno adoperando per cambiare i decreti repressivi adottati dal Ministro Pisanu al fine di reprimere il tifo organizzato.
Sono intervenuti all'incontro: Paolo Cento (Verdi), Graziano Mazzarello (DS Genova), Paola Frassinetti e Alberto Arrighi (AN).

Tra le fonti giornalistiche erano presenti: Paolo Pasi (TG3), Fabio Stabile (AGR Rcs), Luca Uccello (Odeon TV e Telereporter), Manuel Colosio (Radio Onda D'urto Bs-Mi) e con loro altri giornalisti che non si sono accreditati all'arrivo tra cui quelli di Tuttosport.

All'incontro hanno aderito molte tifoserie che sebbene contattate solo negli ultimi giorni non hanno voluto mancare una così ghiotta occasione per ascoltare quale sia l'indirizzo del governo attuale e futuro in termini di provvedimenti riguardanti la violenza negli stadi ma soprattutto per valutare quali linee si stiano adottando per contrastare tali provvedimenti.

L'incontro è stato "moderato" dai rapresentanti di Inter e Milan che in apertura hanno voluto sottolineare come la volontà dell'incontro sia nata dagli Ultras per gli Ultras senza "intermediari" o eventuali "etichette", ogni tifoseria è stata contattata individualmente non per essere rappresentata ma per rappresentare se stessa ed avere pari opportunità di parola nel confronto.

Attraverso gli interventi dei vari politici che si sono succeduti al microfono
e quelli dei tanti rappresentanti Ultras intervenuti si è arrivati a concludere che la situazione attuale è a Nostro avviso la seguente.

In parlamento si sta cominciando a sensibilizzare quanti più parlamentari possibile riguardo l'irrazionalità degli attuali decreti e sui principi anticostituzionali su cui molti di essi si fondano.


L'impegno dei politici intervenuti è stato quello di continuare questa "battaglia" fino a che si creeranno le premesse per modificare i provvedimenti attualmente in vigore.


I politici hanno però anche fatto presente agli intervenuti che il tempo per le "modifiche" non è ancora prossimo e come sia necessario l'impegno di tutti a livello di singola Tifoseria per sensibilizzare ogni realtà locale sul ruolo degli Ultras nello sport.

Attraverso i vari interventi effettuati dagli Ultras intervenuti è stato rivolto l'invito alle tifoserie di non sprecare inutili energie in manifestazioni plateali in momenti inopportuni come questo ma di sfruttare l'opportunità di riaprire un dialogo a 360° tra gli ultras e SOLO tra gli Ultras per trovare delle linee comportamentali per farsi "sentire" tutti insieme quando il momento sarà opportuno cioè quando delle eventuali azioni congiunte potranno aver maggior effetto agli occhi dell’opinione pubblica.

La Curva Nord ringrazia tutti coloro che si sono alternati negli accorati interventi a sostegno dell’importanza di combattere una lotta contro lo "stato di polizia" in cui sono stati condotti tutti gli Ultras Italiani offrendo ai Politici intervenuti una testimonianza diretta di quanto gli Ultras stiano subendo per causa dei decreti.

La Curva Nord di Milano auspica che l'incontro sia servito proprio a riaprire un dialogo tra gli Ultras e che questo dialogo possa portare col tempo a conseguire dei risultati per il bene di tutti.

La Curva Nord di Milano ringrazia la Curva Sud per la collaborazione e con essa tutte le Tifoserie intervenute:

AVELLINO AREZZO BRESCIA (Brescia 1911) CASALE CAVESE CASTROVILLARI CESENA INTER JUVENTUS (Viking Milano) LEGNANO MILAN PARMA PROSESTO PROPATRIA REGGINA SAMPDORIA SCAFATESE UDINESE (Sez.Milano) VARESE CdM Milano Hockey GBR Varese Basket

e quelle che hanno aderito all’incontro ed hanno chiesto di essere relazionate non potendo fisicamente presenziare:

CUNEO LAZIO MONZA NAPOLI PADOVA PESCARA SANREMESE UDINESE VITERBESE



Boys-san.it

Comunicato Head out Sassuolo

Scriviamo all'indomani del posticipo di serie C2 tra Sassuolo e Ancona.
Con questo comunicato intendiamo chiarire l'episodio delle macchine danneggiate durante la partita.. Gli autori di questo gesto "vile" e che con la mentalità ultras non ha nulla a che fare, non sono da ricercarsi tra i gruppi organizzati della tifoseria neroverde, ma bensì sono da attribuire ad alcuni "cani sciolti" che di ultras non hanno assolutamente nulla!!
Prendiamo quindi le distanze da tali personaggi, ribadendo che noi siamo totalmente estranei a questi fatti e che provvederemo "a modo nostro" a fargliela pagare salata!
Per quanto riguarda la reazione GIUSTIFICATA dei supporters dorici e degli scontri che ne sono seguiti non diciamo altro che siamo ultras e quindi li accettiamo di buon grado.. date o prese che siano! Concludiamo dicendo che con i tifosi Anconetani non ci sarà nessun tipo di rancore in quanto riteniamo pienamente GIUSTIFICATA la loro reazione, se non fosse x quelle armi improprie che sono spuntate in uno scontro che già li vedeva in netta superiorità....
...CHI C'ERA SA!!!
Un saluto a chi combatte x il proprio credo con lealtà e coraggio..
Head Out e Combat 18 Sassuolo

8 novembre 2005

Comunicato VikingJuve sui fatti di Milan-Juve

Abbiamo aspettato la conclusione della vicenda, per spiegare l'evolversi dei fatti , riguardanti l'esposizione dei nostri bandieroni in curva del milan, in occasione della partita milan-juve del 29/11/05.
Con noi, le parole, seguono i fatti !!!
Eravamo in partenza per la trasferta di Lecce, sabato 22 novembre e nel caricare i furgoni col materiale del gruppo, abbiamo dimenticato per terra lo zainetto contenente i due bandieroni, successivamente TROVATI ed ESPOSTI dai milanisti !!!
Cosa più ignobile e miserabile, sarebbe, se qualcuno "avesse contribuito" allo smarrimento ed al ritrovamento dei bandieroni, spinto da ragioni politiche, come qualcuno ha ipotizzato ! Fino a prova contraria quest'ipotesi non verrà presa seriamente in considerazione.
In occasione della partita milan-juve del 29 nov, con stupore e disgusto, constatavamo che nella loro curva venivano esposti i nostri bandieroni, cosa che mai ci saremmo aspettati, in quanto, le regole mai scritte dell'onore, prevedono che non ci si possa ne vantare di imprese mai fatte ne di esibire trofei mai conquistati !
Cosa che ci ha fatto "ancor di più arrabbiare", è che in curva del milan, circolava la voce, "che eravamo scappati abbandonando i nostri vessilli", accusa non vera ed infamante !!!
Non è nella nostra mentalità scappare o abbandonare i nostri vessilli.
In 20 anni di storia, che compiremo ad ottobre 2006, nessuno può vantarsi di averci MAI sottratto ne bandiere ne striscioni !!!
Dopo il loro gesto, poco "ULTRAS", di esporre le bandiere TROVATE, era stato chiesto ad alcuni esponenti del tifo rossonero di farci riavere entro 3 giorni i bandieroni, in quanto non conquistati e vergognosamente esibiti.
Scaduti i 3 giorni e davanti al loro silenzio, ci abbiamo pensato noi e ci siamo "trovati in mano" il loro striscione FOSSA.
Il giorno seguente, la DIGOS milanese, esegue delle perquisizioni in casa di alcuni ragazzi del gruppo, in cerca dello striscione della FOSSA.
I responsabili del gruppo VIKING JUVE MILANO, vengono convocati in questura con l'accusa di rapina, in quanto, a dir della polizia di stato, c'è una denuncia nei nostri confronti, con un'indagine in corso per rapina a mano armata. In più minacciarono che chiunque avesse esposto, in qualsiasi momento e/o in qualsiasi posto, questo pezzo di stoffa rossonera, sarebbe stato arrestato con la stessa accusa.
Il nostro intento, come precedentemente detto, era di tornare in possesso dei nostri bandieroni, cosa infine avvenuta, grazie al nostro spirito guerriero e mai domo.
Questo sia di monito per chiunque, in futuro, pensi di infamarci con menzogne gratuite ed azioni non da uomini.
A NOI ! MOLLATECI

Il direttivo VIKING JUVE MILANO

22 settembre 2005

Comunicato ufficiale WSB 1981 Ultras Cesena

La sospensiva del Tar del Lazio sembra aver spianato la strada alla Lega Calcio che ora con arroganza afferma “nessun dialogo con i sindaci”. Ma la battaglia non è ancora finita
Il tar per ora ha emanato solo una sospensiva alle ordinanze dei comuni prima del giudizio di merito che avverrà il 29 settembre. Proprio di questo abbiamo parlato con il nostro sindaco che insieme ai suoi colleghi promette di dare battaglia. Qua si parla di una quindicina di Amministrazioni cittadine che devono sottostare agli interessi economici di pochi arroganti affaristi: lega e presidenti.
Coloro che hanno distrutto uno sport, una passione nella quale non ci riconosciamo più. Un calcio finto, corrotto, che ha venduto l’anima alla pay-tv. Se a questo aggiungiamo biglietti nominali, posti numerati, nuovo decreto(MA SOLITA REPRESSIONE)…prendiamo atto che siamo ad un punto di non ritorno. Ci vogliono mettere a sedere e tapparci la bocca. Il loro disegno di uno stadio commerciale pieno di “clienti” da spremere a gadget e pop corn sembra inarrestabile grazie anche al servilismo delle società. Non crediamo ad una sola parola di Giorgio Lugaresi e dei suoi soci… presidenti SOLO DEL PROPRIO PORTAFOGLIO. Coerenti con il nostro credo, continueremo quindi la nostra protesta, pronti a tutto pur di difendere quella passione che ci stanno cancellando con il loro Calcio Moderno. PER QUESTO scenderemo in piazza. La manifestazione in programma per la prima giornata, poi rinviata, si terrà il 24 settembre dalle 16 in concomitanza con Cesena-Avellino.
Fino al 29 settembre la disputa non è chiusa e noi vogliamo lottare fino alla fine, come una partita da lottare fino al 90°. La protesta quindi continuerà anche contro Ternana e Rimini. E’il momento di mettere da parte tutte le incomprensioni e le spaccature che questa situazione ha creato all’interno della nostra curva e MARCIARE INSIEME PER IL NOSTRO DIRITTO DI ANDARE ALLO STADIO. Questa non è solo la battaglia degli Ultras Cesena. Questa è la battaglia di tutti i tifosi del Cesena e di tutti gli appassionati di questo sport, diventato un business senza regole dove i tifosi, quelli veri, non contano niente. A questo proposito ringraziamo lega e società per il derby, di mercoledì alle 18,30, ASSURDO! CREDIAMO CHE DI FRONTE A TUTTO QUESTO, nessuno possa restare in silenzio, entrare in curva e fare il tifo come se niente fosse. Ci appelliamo a tutti i tifosi del Cesena, NON ENTRATE, e unitevi a noi. La nostra è una scelta difficile, forse la più difficile, rinunciare allo stadio, a sostenere il Cesena, ma se non lottiamo ora, non c’è FUTURO.
TUTTI IN CORTEO CONTRO QUESTI POTENTI che se ne fregano dei tifosi, alzeremo la voce per le strade della città della nostra squadra, una città e una tifoseria che non si arrendono!

WSB 1981 ULTRAS CESENA

17 settembre 2005

Ultras, nelle curve non solo calcio Tifosi divisi tra affari e politica

A popolare le curve degli stadi non sono semplici tifosi: dietro gli ultras vi sono spesso interessi affaristici, politicizzazione e anche contatti con la criminalità locale. Tutto questo è quello che è emerso studio elaborato dalla Sezione Tifoserie della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, anche sulla base delle informazioni fornite dalle "Squadre Tifoserie" della Digos di tutt'Italia.

Tutte cose di cui forse già si sapeva ma non immaginando una tale vastità del fenomeno. E soprattuto, se era nota la politicizzazione di alcune curve, meno chiaro poteva essere il loro essere parte attiva nel "business" calcio. Quello che è stato rilevato è "l'esistenza di una fitta rete di rapporti - economici e non - dei club italiani con le società di calcio. E' un dato di fatto - si legge nel documento - che in passato le società sportive abbiano sostenuto e in taluni casi finanziato i gruppi ultras le cui molteplici attività e trasferte richiedono significative e crescenti risorse economiche, che non possono essere colmate solo con l'autofinanziamento ovvero con il tesseramento e la vendita di materiale".

E gli ultras avrebbero fatto di questa abitudine una vera forma di affare: "Al di là delle affermazioni ufficiali - spiega la Direzione Centrale - molti comportamenti delle tifoserie, divenute talvolta massa di manovra da utilizzare nelle scalate societarie e, talaltra, vero e proprio soggetto attivo che persegue autonomamente proprie finalita' anche di carattere extrasportivo". Un fenomeno così accentuato da creare veri e propri conflitti tra gruppi di tifosi legati all'idea primigenia di ultras, duro e puro, e altri più "affaristici", che quasi con il calcio non c'entrano. Lo studio sostiene che "in alcuni casi, addirittura, i confini dello stadio sono stati varcati dai gruppi ultras più inclini all'attivismo violento, che si sono inseriti in situazioni di protesta sociale per assolvere uno strumentale ruolo di 'manovalanza violenta' privo di qualsiasi finalità 'politica' o sportiva".


fonte: tgcom.it

16 settembre 2005

L’esercito dei 74 mila ultras

Segnalate 23 squadre: tutte le loro partite sono a rischio
MILANO — Tifoserie organizzate sempre più politicizzate. Ultras che grazie «ad una fitta rete di rapporti economici e non con le società», approfittando di crisi e debolezze di molte, entrano nel business del calcio gestendo gadgets, biglietti e trasferte arrivando a «condizionare» assetti e comportamenti dei club che pure li hanno finanziati. Fino a diventare, con i loro comportamenti violenti sugli spalti e fuori dagli stadi, «massa di manovra da utilizzare nelle scalate alle stesse società», ma anche soggetti attivi con proprie finalità. Un rapporto della direzione centrale della polizia di prevenzione, basato sull’osservazioni delle «Sezioni tifoserie» durante i campionati 2003-2004 di serie A, B, C1 e C2, traccia la prima fotografia del fenomeno delle tifoserie italiane. Un territorio inesplorato.

DESTRA E SINISTRA— Dei 74.000 tifosi raccolti in 445 gruppi ufficiali, 43.000 (il 59%), secondo la polizia, sono orientati politicamente e fanno parte di 192 organizzazioni. Di questi ultimi, 39 sono su posizioni di estrema destra, 74 genericamente di destra, 22 di estrema sinistra e 57 genericamente di sinistra. I restanti 253 sodalizi non hanno connotazione. In base a questi dati, la polizia ha stilato anche un elenco di 23 squadre le cui tifoserie «hanno evidenziato un profilo politico particolarmente aggressivo» e si «sono distinte per una particolare propensione verso comportamenti violenti »: Ancona, Ascoli, Bari, Cagliari, Cavese, Nocerina, Catania, Cosenza, Genoa, Inter, Lazio, Livorno, Napoli, Parma, Perugia, Pisa, Roma, Savona, Ternana, Torino, Triestina, Venezia e Verona.

LA MAPPA — I club di destra e di estrema destra raccolgono la maggioranza dei tifosi e sono concentrati in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Marche e Sicilia; l’orientamento verso sinistra ed estrema sinistra è egemone solo in Toscana. Al Sud generalmente gli ultras non hanno connotazione. I gruppi di destra sono caratterizzati da un «ideale utopico e romantico» di «fede del tifo», da un «marcata tendenza ad iniziative aggressive» e, talvolta, «da suggestioni razziste e xenofobe». A sinistra, invece, c’è una «vocazione sociale e terzomondista », gli spalti diventano «terreno di lotta», anche sociale, e «strumento per contrastare la fascistizzazione delle curve».
Qui si registra «l’interesse di realtà antagoniste dei centri sociali» e si segnala (Cagliari e Viterbo) «la presenza degli anarco-insurrezionalisti». Ma le divisioni politiche o di campanile possono essere agevolmente superate in nomedel «credo utras» e di un interesse unico (vedi derby Lazio- Roma del 21 marzo 2004 interrotto su richiesta dei tifosi per un presunto, falso, incidente mortale) che, spesso, si materializza nella lotta al calcio moderno, visto come un sistema corrotto che ha sacrificato gli ideali, e i comuni nemici delle forze dell’ordine. ULTRAS — Lo stadio, riflettono gli esperti, a partire dagli anni ’70 è diventato «luogo di aggregazione » per giovani che, in cerca di identità, si richiamavano al modello dei violenti hooligans inglesi. Uno stile teorico presto abbandonato permettendo ad esempio che le donne accedessero alla curva, rinunciando alla violenza gratuita (ma non a quella contro Polizia e avversari) e dotandosi di strutture verticistiche e codici comportamentali.
Il «senso di appartenenza » diventa un dogma. Essere ultras è uno «stile di vita ».


INFILTRAZIONI E AFFARI — Sono di regola le infiltrazioni di soggetti che cercano di fare proselitismo politico sugli spalti.
Ma a mimetizzarsi tra gli striscioni ci sono anche elementi della criminalità, comune e organizzata, specialmente a destra. Tra i supporter di destra albergano anche aderenti a Forza nuova e skin-heads. Tra quelli di sinistra non mancano gli anarco-insurrezionalisti.
In tanti criticano violentemente l’attività affaristica- lobbistica interna. Accusati di questo sono gli Irriducibili della Lazio «avversati dalla maggior parte dei sodalizi». «Negli ultimi anni molte tifoserie hanno accresciuto» la tendenza affaristica» e, in passato, sono state finanziate dalle società calcistiche.


CONTATTI—I gruppi comunicano con internet, radio private e 95 pubblicazioni (fanzine). Anche quelli storicamente nemici. Nel ’95, dopo l’omicidio a Genova di un rossoblu, molti si sono uniti nel «Movimento ultras nazionale» per opporsi alla violenza (pure teorizzata) e a ciò che, trattando il tifoso come consumatore, gli nega un ruolo da protagonista: industria calcistica, pay-tv e commercializzazione del calcio.

UN ESERCITO IN CAMPO — Contro questo stato di cose a ogni partita vengono schierati migliaia di uomini delle forze dell’ordine che, nella stagione 2003-2004, hanno arrestato 281 persone, ne hanno denunciate 1.105, a 733 delle quali è stato vietato di rimettere piede negli stadi.
Mentre a Milano va verso l’archiviazione una delle poche inchieste sul tifo: quella del pm Fabio Roia sugli scontri nel derby Milan- Inter di Champions league, interrotto il 12 aprile per un lancio di oggetti. Giuseppe Guastella
Giuseppe Guastella - Corriere.it

29 agosto 2005

Comunicato ufficiale FELSINEI Bologna

COMUNICATO UFFICIALE FELSINEI BOLOGNA
I FELSINEI con la loro presenza a Trieste si sono ufficialmente e
definitivamente dissociati da qualsiasi tipo di iniziativa presa dagli
altri gruppi della curva “A.Costa.”
Rimanendo coerenti con quelli che sono i nostri principi fondamentali,
abbiamo categoricamente deciso, una volta per tutte, di prendere le
distanze da certi personaggi che vogliono portare avanti le iniziative
di “movimento ultras”, senza essersi resi conto che i veri problemi
sono altrove, e che con il loro comportamento nuociono gravemente alla
credibilità e alla rispettabilità del Bologna e dei suoi tifosi.
Dove erano questi signori mentre gli ultras del Messina bloccavano lo
stretto, quelli del Toro minacciavano di boicottare le olimpiadi e
quelli del Genoa mettevano a ferro e fuoco la città?
Probabilmente a rilasciare interviste o ad applaudire il loro
presidente Gazzoni, la vera rovina del calcio a Bologna.
Gli indecorosi spettacoli calcistici visti negli ultimi anni al
Dall’Ara dovrebbero far riflettere i presunti capi curva, sempre
contrari a contestare squadre scandalose come quella dello scorso
campionato e allenatori incapaci.
Il loro servilismo e la loro staticità nei confronti di un presidente
che sta portando una gloriosa società come il Bologna alla deriva ci
disgusta e non intendiamo adeguarci in nessun moda questo sistema.
Riteniamo che le vere persone da contestare siano quelle che hanno
ridotto il Bologna ad una squadretta di provincia che non ha nessun
peso a livello politico.
Avremmo voluto vedere certe persone manifestare in piazza quando 5
membri del nostro gruppo erano in carcere, in seguito agli scontri del
dopo partita di
Bologna – Parma.
Vogliamo ricordare che tuttora non esistono vere prove che dimostrino
il coinvolgimento dei 5 ragazzi in quello che è successo nel finale di
partita.
Queste sono le battaglie che noi combattiamo.
Le altre iniziative decise dalle menti di “movimento ultras”, ovvero
dai bergamaschi e dai bresciani, a noi non interessano.
Non siamo abituati a prendere ordini da persone che in anni di
manifestazioni e apparizioni televisive non hanno ottenuto niente.
La repressione non ci piace, ma odiamo il servilismo.
Nessuno potrà mai decidere per noi.
Eternamente fieri.

Boia chi molla

FELSINEI a.c.a.b. 88
Cani sciolti
Quartiere Barca

23 agosto 2005

Genoa: comunicato stampa della tifoseria organizzata

La T.O. riunita in tutte le sue componenti decide di intervenire su due questioni che riteniamo fondamentali per il futuro del Genoa e della sua tifoseria.
In relazione agli articoli apparsi sui quotidiani genovesi sull'indirizzo politico di uno o più gruppi della Nord, ci preme chiarire che la politica non fa parte del nostro modo di vivere il Genoa e che ogni tentativo di dividerci non fa altro che cementare la nostra amicizia e il nostro rispetto per tutti i fratelli genoani; pertanto concludiamo questa vergognosa pagina di disinformazione dichiarando la gradinata nord UN ENCLAVE ULTRA' che niente e nessuno potrà dividere. Con questo riteniamo chiuso l'argomento politica in gradinata.
Il secondo punto vede subito alla prova la nostra unità d'intenti, invitiamo quindi i Tifosi del Genoa ad un'altra grande e commovente prova d'amore.
Alziamoci e andiamo fratelli, stringiamoci intorno al Vecchio Balordo, prendiamolo per mano per riportarlo lassù dove si possano vedere le stelle, non ha importanza da dove ricominceremo, noi lo faremo e lo faremo tutti insieme, perchè è un intero popolo che è stato ferito, ed è un intero popolo che risorgerà.
Chiediamo quindi ai Tifosi del Genoa, non solo di non restituire gli abbonamenti, ma di partecipare numerosi alle gare casalinghe ed in trasferta.
Noi sappiamo quanta invidia suscita il nostro amore, per questo siamo disposti a lottare per il nostro orgoglio e per il Genoa fino a che sorgerà il sole e fino a che scorreranno i fiumi......
FINO ALLA VITTORIA!
In ultimo vorremmo ringraziare le migliaia di Genoani che senza farsi intimorire si sono schierati al nostro fianco per combattere per il Grifone; non lo dimenticheremo mai!

22 agosto 2005

Comunicato ufficiale "Brigata Speloncia"

- A tutti i giornalisti (?) che si sono occupati e si occuperanno della vicenda Genoa e relative manifestazioni di protesta.
- A tutti i genoani.
- A tutti i gruppi ultrà d'Italia.
Per la prima volta, e con vivo disappunto, ci vediamo costretti ad utilizzare un mezzo mediatico, che non ci appartiene per cultura, come internet. Ma dovendo smentire infamie di "pennivendoli" che hanno a disposizione risme di carta bianca da inzozzare con il loro prezzolato inchiostro per fare informazione distorta, faremo di necessità virtù.
L'obiettivo di questo comunicato è quello di smentire o quantomeno correggere e chiarire quanto apparso sui quotidiani genovesi, ed in particolare sul Secolo XIX, nei giorni 20 agosto 2005 e 21 Agosto 2005, in merito alla Brigata Speloncia.
1) In relazione all'articolo apparso sul Secolo XIX del 20 agosto 2005 smentiamo categoricamente che la Brigata Speloncia, direttamente o tramite qualsiasi suo componente, abbia mai minacciato di morte il presidente del Genoa Enrico Preziosi o suo figlio Matteo. Ci stupiamo, ma non troppo visto le menti eccelse che affollano la redazione del Secolo, che chi ha redatto l'articolo possa aver dato spazio a minacce di fanfaroni che si nascondono dietro ad un computer. La Brigata Speloncia fino ad oggi non ha mai scritto su internet….questo sia chiaro a tutti!!!
2) In relazione agli articoli a pagina 3 del Secolo del 21 Agosto 2005, laddove si definisce la Brigata Speloncia "…un gruppetto di destra a cui non dispiace menare le mani" vorremmo sottolineare quanto segue: La B.S. non è un gruppo ultrà finalizzato a fare politica allo stadio, non indossa "divise", che lasciamo indossare volentieri a polizia e carabinieri, non ha sulla manica della sua maglia il "tricolore", bensì i 9 scudetti tricolori che il Genoa ha vinto nei suoi 112 anni di storia, alcuni dei suoi appartenenti simpatizzano per la "destra radicale", altrettanti per la "sinistra antagonista", altri ancora sono assolutamente disinteressati alla politica, ma tutto ciò rimane fuori dallo stadio, anzi deve rimanere fuori dallo stadio!!!
Il colore nero della maglia rappresenta il lutto per la morte di colui che dà il nome, Claudio Natale, detto "Speloncia", che peraltro diffidiamo i giornalisti a nominare…non ne siete degni!!!
Claudio allo stadio non ha mai fatto politica, era un Ultrà genoano!
La B.S. sventola una bandiera rossoblu, espone uno striscione rossoblu e non celtiche, svastiche o quantaltro che, finché chi scrive avrà vita non si vedranno nella Nord. Questo è un impegno che la B.S. si prende con tutti i genoani.
Sul fatto che non ci dispiaccia menare le mani quando siamo costretti, beh….siamo senza difese!!
3) Sempre in relazione allo stesso articolo del 21 Agosto 2005, vorremmo ricordare al mentecatto che lo firma, che andare a razzolare nei siti spazzatura di internet, che dovrebbero rimanere circoscritti ai pochi imbecilli che li frequentano, e riportare su un quotidiano che entra in tutte le case, "deliri" che incitano alla spaccatura della Gradinata (tutti a destra…tutti a sinistra…PAGLIACCIO!!), denota una predisposizione ad incitare alla violenza nella speranza, qualora questo si verifichi, di poter vendere qualche centinaio di copie in più.
Sappia questo "signore"(?) che lo riterremo responsabile di tutto ciò che potrebbe succedere!!!
4) In relazione all'articolo apparso sul "Corriere Mercantile" del 21 Agosto 2005 a pagina 3 a Firma M.V. (Michele Vari perché non ti firmi per intero?) vorremmo tranquillizzare tutti, il tifoso arrestato, F.P. non ha mai chiesto perdono a nessuno, non è nel suo stile!!!
Diversamente, nella fattispecie, utilizzò l'unico sistema consentito dalla legge per contrastare un provvedimento anticostituzionale come il DASPO, un'istanza al questore.
5) In relazione all'articolo del 21 Agosto 2005 pagina 3 titolato "La procura nel mirino", ……GRAZIE!!!!
Si, potrà sembrare strano, ma cari "pennivendoli raccontabugie", vi dobbiamo ringraziare per averci dato una meravigliosa idea: sulla manica destra della maglia "Brigata Speloncia" ci sono i nove scudetti tricolori vinti dal Genoa, quella sinistra era vuota, la riempiremo con il complimento più bello che ci potevate fare, quello che ci riempie di orgoglio...
DURI E PURI!
Per il Genoa e solo per il Genoa...fino all'ultimo Uomo!!!

BRIGATA SPELONCIA

6 agosto 2005

Genoa, manifestazione tifosi a Genova

Alcune migliaia di tifosi genoani si sono riuniti a Genova al Porto Antico per manifestare contro la sentenza di retrocessione in serie C e per chiedere la A ''conquistata sul campo''.
Alcune migliaia di tifosi genoani si sono riuniti a Genova al Porto Antico per manifestare contro la sentenza di retrocessione in serie C e per chiedere la A ''conquistata sul campo''. I tifosi hanno formato un corteo che si e' diretto verso il ponente bloccando via Gramsci. Sono stati distribuiti facsimili di schede elettorali che probabilmente verranno in seguito bruciate in segno di protesta.

21.51 - Il corteo dei tifosi ha lasciato via Gramsci, si e' diretto nel centro storico ed ha raggiunto Palazzo Tursi, sede del municipio, dove sono stati intonati cori contro il sindaco, accusato di non avere difeso la societa'. I tifosi hanno anche acceso dei candelotti fumogeni rossi ai piedi del portone del palazzo ed hanno fatto un piccolo falo' con i facsimile delle schede elettorali. I tifosi intonano cori contro la Figc, contro il quotidiano Il Secolo XIX e contro i pm genovesi che hanno svolto le indagini sulla presunta combine. Uno dei cori piu' ripetuti e' ''Serie A o violenza sara'''.

22.35 - Il corteo dei tifosi genoani si e' fermato in via Roma, davanti alla prefettura, dando vita ad un presidio. La manifestazione, durante la quale sinora non e' stato compiuto alcun atto vandalico, e' controllata a distanza da polizia e carabinieri. Su uno striscione, riferito alla sentenza, e' scritta la frase ''peggio della santa Inquisizione''. I tifosi alternano gli inni sportivi a slogan con insulti ai magistrati, al sindaco e ai giornalisti.

23.48 - Dopo la Prefettura, il corteo dei tifosi del Genoa ha raggiunto Palazzo di Giustizia, non presidiato dalle forze dell'ordine, dove sono stati intonati nuovamente cori contro i magistrati che hanno condotto le indagini sul caso Genoa-Venezia. Di fronte al portone del palazzo sono stati lasciati due striscioni con scritto ''GiustiziA o non si vota'' e ''Peggio della Santa Inquisizione''. Il corteo si e' quindi avvicinato a Piazza Piccapietra dove ha sede il quotidiano Il Secolo XIX, uno degli obiettivi della manifestazione, gia' oggetto di un assedio dei genoani la scorsa settimana. L'edificio e' stato pero' presidiato da un ingente schieramento di poliziotti, carabinieri e reparti della Guardia di Finanza. C'e' stata una trattativa tra i capi tifosi, che volevano andare a manifestare davanti all'ingresso della redazione, e i dirigenti della digos, e alla fine e' stato deciso di fare sfilare il corteo in una via adiacente la piazza. La manifestazione si e' quindi recata verso piazza De Ferrari e da qui lentamente il corteo si e' disperso.

28 luglio 2005

Napoletani e Genoani insieme alla manifestazione

domani alle 18.30 si terrà un corteo per le vie di genoa alla quale hanno confermato la loro adesione il tifo organizzato napoletano racchiuso sotto un'unica sigla "1926".
Poichè la stima reciproca è decennale gli ultras delle due squadre si daranno appuntamento a domani sera per intonare slogan e cori contro i potenti del mondo calcio e per ribadire il loro disappunto per le ultime vicende che stanno attanagliando il ondo del calcio!!!!
la questura di genova sta predisponendo un servizio d'ordine massiccia per evitare qualsiasi atto di vandalismo che potrebbe sfociare in atti di violenza!!!!!!!

6 giugno 2005

Nuovi decreti per gli Ultras

Biglietti nominali, telecamere e steward
il ministro Pisanu firma tre decreti legge



Tre decreti legge contro la violenza negli stadi: saranno firmati dal Ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, d'intesa con i suoi colleghi Lucio Stanca e Rocco Buttiglione. Tre decreti per dare più forza alla tolleranza zero, scattata dopo gli incidenti successi negli ultimi mesi, e soprattutto di San Siro (il derby europeo sospeso). Il Viminale, con l'importante contributo dell'Osservatorio per le manifestazioni sportive, diretto da Francesco Tagliente, ha lavorato su varie direzioni, e ne è nato un pacchetto di misure nuove, forti.

In arrivo soprattutto i biglietti nominali, dove verrà registrata anche l'identità dei titolari. Dal garante per la privacy è arrivato il primo via libera, con alcune condizioni per la protezione dei dati personali. Ma è un fatto di grande importanza, inedito per l'Italia: l'ufficio legale di Pisanu ha studiato a fondo la materia. Inoltre via libera agli steward sul modello inglese - ma avranno meno poteri rispetto all'Inghilterra (lì possono addirittura "fermare" i tifosi) - mentre la videosorveglianza estesa anche all'esterno degli stadi, nelle zone di prefiltraggio e anche nelle stazioni ferroviarie.

Inoltre negli stadi sarà ufficializzato il ruolo del "Gos", gruppo operativo sicurezza: in pratica una sala operativa, affidata al responsabile dell'ordine pubblico, che terrà sotto controllo tutte le situazioni a rischio. Del "Gos" faranno parte anche i vigili del fuoco, la Croce Rossa, ecc. Pisanu inoltre ha ribadito l'arresto in flagranza differita, entro le 36 ore, in scadenza il 30 giugno. Nel pacchetto del Viminale anche il piano per rendere più moderni gli stadi, soprattutto in vista della candidatura agli Europei del 2012: ci saranno anche barriere mobili, a scomparsa (minimo 1,20 metri, massimo 2,20) fra tribune e campo. Previsto in alcuni casi anche un fossato (largo 2,50 e profondo altrettanto). Dipenderà tutto dal comportamento dei tifosi: il primo progetto è scattato a Udine.

Ma si infiamma subito la polemica. "Le ipotesi su cui sta lavorando il ministero dell'Interno e che prevedono la schedatura di tutti i tifosi e l'istituzione di gruppi speciali di pronto intervento rischiano di violare i diritti fondamentali come la privacy, tutelati dalla nostra Costituzione". Paolo Cento, vice presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato Verde, va all'attacco. E aggiunge. "D'altra parte tutte le norme antiviolenza degli ultimi anni, come ad esempio l'arresto in flagranza differita, si sono dimostrati inutili ed inefficaci. Anche per discutere di queste cose il prossimo 23 giugno alla Camera dei deputati terremo, per la prima volta, un incontro tra rappresentanti dei tifosi delle curve ultras delle principali città italiane e rappresentanti dei gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione con l'obiettivo di aprire finalmente un confronto non ipocrita su questi temi". La stessa Figc, comunque, ha già aperto un tavolo di confronto con gli ultrà.

Nel pomeriggio, alle ore 18, verrà inoltre firmata una convenzione fra il Viminale e i massimi organismi dello sport (Coni, Figc, le tre Leghe calcistiche) per "contrastare la violenza negli stadi". E' la prima volta che succede in Italia. Qualcosa si muove davvero, stavolta.

2 giugno 2005

La piccola differenza fra tifoso e hooligan

##parte tutto dq questo : ###

La verità che non interessa
di G.M
> 28/5/2005


Sabato 28 maggio 2005

1. Cara Italia,

basta scrivere e dire che le cariche dell'Heysel (che hanno portato al crollo del muro) sono frutto della "follia omicida" e del tutto immotivata degli hooligans (a proposito, basta usare il termine "hooligans" per definire tutti i tifosi inglesi in trasferta: "hooligans" sono i teppisti che usano il calcio come scusa per la violenza, non è un termine generico per i sostenitori inglesi). La motivazione c'era e chiunque si fosse preso la briga di vedere cosa era successo l'ultima volta che il Liverpool aveva giocato contro una squadra italiana diversa dalla Juve (incontrata tre mesi prima in Supercoppa) dovrebbe saperlo.

Parliamo della finale di Coppa dei Campioni l'anno prima: Roma-Liverpool, vinta dai Reds ai rigori. E' l'altra finale di Coppa Campioni che tutti hanno cercato di dimenticare. In quell'occasione, i tifosi del Liverpool vennero assaliti, picchiati e accoltellati da teppisti camuffati da tifosi della Roma (o tifosi veri, non lo sapremo mai). E, cosa ancora piu' grave, molti di questi fattacci avvennero sotto gli occhi della polizia, piu' preoccupata di togliere accendini, orologi e monete (tutti oggetti - si sa - pericolosissimi) agli inglesi all'entrata dello stadio (per poi non restituirli dopo). Fuori dallo stadio fu teso un vero e proprio agguato, con tanto di spranghe e coltelli (tanti coltelli). Anche perche' gli autisti dei pullman avevano pensato bene di andarsene a casa, lasciando per strada gli inglesi.

E notate bene che, visti i costi di quella trasferta e del fatto che Liverpool in quegli anni era una delle città più povere e depresse d' Europa (non che sia cambiato molto in questo senso), a fare il viaggio furono soprattutto famiglie, non la feccia che dodici mesi più tardi sarebbe arrivata a Bruxelles (viaggio del tutto più agevole, soprattutto economicamente). Questi poveracci furono bersagliati senza pietà, e ad evitare un autentico bollettino di guerra sarebbe stato - secondo i presenti - l'improvviso arrivo di un centinaio di ultras laziali, giunti all'Olimpico per sfottere i giallorossi. Ma il peggio venne dopo. I tifosi del Liverpool raccontano di bande di teppisti in motorino che diedero vita ad una vera e propria caccia all'inglese, con decine di accoltellati, tra cui un ragazzo di undici anni che rimediò ottanta punti di sutura al volto. O del fatto che alcuni albergatori serrarono le porte e gettarono in strada le loro valigie, lasciandoli al loro destino. Oppure che almeno duecento tifosi del Liverpool, disperati, furono costretti a rifugiarsi al Consolato Britannico, l'unico posto in grado di accoglierli.

Tutto ciò lasciò un senso indelibile di vendetta verso gli italiani. Una sete di vendetta - ingigantita, senza dubbio, dalle esagerazioni che, in questi casi, sono di rito - che si manifestò contro gli juventini all'Heysel. Condanniamo giustamente quindi i tifosi inglesi dell'Heysel (e con loro autorità belghe, l'UEFA e il resto del baraccone). Ma non raccontiamoci frottole. I motivi c'erano.

2. Cara Inghilterra,

basta continuare a illudersi che i tifosi del Liverpool erano stati provocati dagli "hooligan" italiani nel settore Z. Gli ultrà della Juve (a proposito, bella gente, come si è visto ad Anfield lo scorso marzo) erano in tutt'altro settore. E basta dire che si trattava di un semplice tafferuglio, diventato tragedia semplicemente perchè gli italiani imbelli sono scappati e il famoso muro gli è crollato addosso. Già, proprio così. Voi continuate a parlare di un comunissimo tafferuglio, cui è seguito un fuggi fuggi generale, e poi un muro che, all'improvviso, crolla inspiegabilmente in testa agli italiani, uccidendone 39. Leggere per credere. Ecco cosa scrive il sito ufficiale del Liverpool: www.liverpoolfc.tv/lfc_story/heysel/.

Per voi, il comportamento dei vostri ragazzi ha dato solo un piccolo, casuale contributo alla tragedia. Per voi, Heysel è come lo Tsunami, un fatto tragico ma inspiegabile. Tutte balle. Una parte di voi si rende conto dell'accaduto e ha chiesto scusa. Una parte di voi invece continua a fare finta di niente. E tra questi, purtroppo, ci sei anche tu, caro Liverpool Football Club, con le tue cinque Coppe dei Campioni.

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##la risposta ###
Signor M,

Seriamente: trovo molto povero il suo articolo che, per ricordare una strage,
parla solo delle ragioni dei violenti con logiche da faida medio-orientale
e della mancanza di scuse da parte del Liverpool.

Molto meno seriamente, grazie a Lei, scopro che anche la strage dell'Heysel
è stata (sia pure indirettamente) colpa di teppisti travestiti da romanisti.
Oppure, come lei ha cura di completare, forse proprio di veri tifosi romanisti.

E' quindi possibile che anche i veri tifosi romanisti vadano allo stadio
per fare violenza.

Subito dopo Lei scrive che "basta usare il termine 'hooligans' per
definire tutti i tifosi inglesi". Hooligans sono " i teppisti che usano il calcio
come scusa per la violenza, non è un termine generico per i sostenitori
inglesi".

Secondo logica, ho dunque imparato che:
(a) "hooligan" è uguale a "teppisti";
(b) "hooligan" è diverso da "sostenitori inglesi";
ma © "teppisti" può essere un "termine generico per definire i sostenitori romanisti".

Aristotele concluderebbe che i veri hooligan sono i tifosi romanisti!

Come sarà oramai evidente, io sono romanista. Non ho mai usato il calcio
(né altro, per la verità) come scusa per la violenza, però potrei essere
hooligan o teppista lo stesso. Anche se ho pregato per quei 39 morti.

Anche se mi vergogno degli atti bestiali dei teppisti vestiti di giallorosso.
Anche se quel giorno dell'84 io c'ero e ho sentito cori per i nostri perdenti
e visto uomini piangere mentre applaudivano i vincitori. E, me lo ricorderò
sempre, avevo la pelle d'oca ed era BELLO!

Non ho visto cacce all'uomo, non ho visto polizotti-ladri (romanisti in
divisa blu?), non ho visto la pioggia di valige inglesi dalle finestre degli
alberghi.

Non ho visto neppure tante signore e bambini inglesi, ora che ci penso.
Anche perché -e qui ci torna d'aiuto Aristotele- non si è mai vista una città
così povera, ma così povera, che i giovani single non possono permettersi un
viaggio che sarebbe invece tranquillamente alla portata delle famiglie più
numerose.

A meno che, secondo Lei, i teppisti nascano solo tra poveri e disoccupati
(oltre che tra i romanisti).

Qualcuno più maligno potrebbe osservare che lei non ha citato alcuna
fonte a riprova delle sue (per me) rivelazioni e, a questo punto, mi
piacerebbe proprio saperne di più. Dove posso documentarmi un po' meglio?

Già che ci siamo, visto che Lei è sicuramente meglio informato di me, mi
spiega perché il derby interrotto di Roma è tanto peggio di quello di
Milano, visto che del primo si è parlato tanto (giustamente), ancora se ne parla
(ri-giustamente), mentre del secondo non si parla già più? E perché una
maledetta monetina lanciata da mano teppista pesa più di un motorino (per fortuna così intelligente da evitare una decina di spettatori sottostanti)?

P.R.

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##RISPOTA A R, DI G.M

Innanzitutto, la ringrazio per l'email. Il mio articolo non voleva
ricordare l'Heysel o i morti dell'Heysel. Voleva semplicemente
sottolineare che a distanza di vent'anni non siamo ancora capaci di
essere d'accordo sull'accaduto. Ognuna delle due parti ha creato una
mitologia più o meno conveniente che persiste tutt'ora.

Gli scontri dell'Olimpico non giustificano - ovviamente - cio' che è
accaduto all'Heysel. Però chiunque, dopo quegli scontri
(sufficientemente gravi, le ricordo, per fare sì che la Roma venisse
colpita da una squalifica UEFA), avrebbe capito che Liverpool-Juventus
sarebbe stata una gara a rischio (anche perche' a Liverpool, per dodici mesi, non si era parlato d'altro).

Quanto al suo discorso sugli hooligan, devo confessare che la seguo
poco. In inglese il termine viene usato per indicare coloro che usano
il calcio come pretesto per far violenza. Troppi media italiani lo
usano come termine generico per indicare tutti i tifosi inglesi.
Volevo solo precisare l'uso corretto del termine. E, converrà anche
lei, che tra i tifosi della Roma (come tra i tifosi di quasi tutte le
squadre di Serie A e B) vi sono anche degli hooligans.

Lei quindi non ha visto violenze quel giorno all'Olimpico? Molti la
pensano diversamente. Io non c'ero, ma ho parlato con numerosi
presenti. Credo che una rapida scorsa in google potrebbe fornirle
ulteriori documentazioni. Nel mio caso, ho parlato sia con Tony Evans,
redattore del Times di Londra (presente sia a Roma che all'Heysel) e
vari colleghi romani (e romanisti). Ma in ogni caso, se lei mastica un
poco d'inglese e naviga un po' su internet non faticherà certo a
torvare conferma.

Quanto alle differenze sui derby interrotti non so cosa dirle. Forse
di quello romano se ne parla di più per il modo in cui e' stato
interrotto (una telefonata a Galliani). Forse e' perchè, alla fine,
i media italiani sono di matrice settentrionale e tendono a minimizzare
le malefatte di Milan, Inter e Juve (e dei loro sostenitori). Ma forse
io sono di parte: dopo tutto lavoro per un quotidiano romano.

A presto,

G
####


###fonte: indiscreto.it

19 maggio 2005

Serie B al sabato alle 15

CALCIO: LEGA; DAL PROSSIMO ANNO SERIE B AL SABATO POMERIGGIO

(ANSA) - MILANO, 19 MAG - La serie B giochera' il sabato
pomeriggio alle 15 nella prossima stagione, fermi restando
l'anticipo di una partita il venerdi' sera e il posticipo di
un'altra gara il lunedi' sempre alle 20.30. E' questa la
principale decisione dell'assemblea delle 22 societa' della
serie cadetta comunicate alla fine della giornata di riunioni in
Lega.
''E' un motivo di soddisfazione per tutti - ha commentato il
vicepresidente per la serie B Enrico Preziosi - perche' credo
che, dopo l'incontro con la Rai per i diritti in chiaro, la
mossa vada nella direzione di dare nuovo valore e piu'
visibilita' al campionato cadetto''.
''La scelta servira' a facilitare la vendita del prodotto'',
ha detto da parte sua il presidente Adriano Galliani che ha
annunciato anche gli accordi per la copertura della Rai con una
specie di sabato sportivo e Novantesimo Minuto.
La decisione inoltre avra' anche ricadute positive nella
trattativa con le pay tv per la vendita dei diritti. ''Si va
verso un modo piu' moderno di seguire il calcio - ha aggiunto
Galliani - anche se ogni decisione ha i suoi pro e i suoi
contro. Anche qui ci sono, ma i pro sono sicuramente di piu'''.
Galliani ha poi accennato al problema della mancata ratifica
dell'accordo collettivo: ''Non c'e' stato l'accordo - ha
confermato - e quindi non firmeremo alcun contratto collettivo.
Fino al 30 giugno resta in vigore quello che c'era e poi
vedremo''.
I lavori della Lega Calcio proseguiranno comunque gia' nei
primi giorni di giugno con un'assemblea di categoria della serie
A e una di B e poi con un'assemblea generale che dovra' tornare
ad occuparsi di mutualita'. ''La B ha bisogno di certezze per
programmare il futuro e cercheremo di dargliele'', precisa
Galliani. La B ha poi chiesto il pagamento di conguagli relativi
al triennio 2002-2005: ''Spero si aprira' un garbato confronto -
chiosa Galliani - perche' ballano una trentina di miliardi di
vecchie lire''.(ANSA).

Comunicato Curva Nord Alessandria

18 Maggio 2005 Comunicato Ufficiale Gradinata Nord Alessandria
La Gradinata Nord, con il presente comunicato, intende esprimere la propria soddisfazione per l’acquisto dell’Alessandria Calcio da parte degli imprenditori alessandrini guidati dal Dott. Bianchi che, a differenza dell’ultima compagine societaria, ha inoltre acquisito nel mese scorso il simbolo ufficiale dei grigi.
Risolti finalmente i problemi legati all’identità della nostra squadra (marchio e maglia grigia finalmente uniti), auspichiamo vivamente per il futuro di discutere solo ed esclusivamente di calcio giocato.
Auguriamo alla nuova dirigenza di saper dare alla esigente tifoseria alessandrina quelle soddisfazioni sportive consone al blasone dell’Orso Grigio e alla passione della Nord.
Ricordiamo a tutti i tifosi di partecipare con il calore e l’entusiasmo tipici di questa stagione calcistica all’ultimo impegno della squadra in programma Sabato 21 Maggio alle ore 20:30 ad Alba.

FORZA VECCHIO CUORE GRIGIO!

18 maggio 2005

Raduno Ultras a Reggio Calabria

Giorno 27 maggio (venerdì) si svolgerà a Reggio Calabria un raduno cui sono invitate tutte le tifoserie.
I punti del RADUNO sono i seguenti:

1) LOTTARE AFFINCHE' LE DIFFIDE VENGANO EMESSE, SOLO DOPO REGOLARE PROCESSO, DA UN GIUDICE, COME ACCADE, QUOTIDIANAMENTE, PER I PIU' SVARIATI MOTIVI, E NON PIU' DAL PREFETTO

2) LE PARTITE LA DOMENICA ALLE 15.00 PERCHE', CON ORARI IMPOSSIBILI (SABATO ALLE 15.00, SABATO ALLE 20.30 ETC ETC ETC) VIENE TOLTO LA POSSIBILITA' DI ASSISTERE ALLA PARTITA A CHI NE AVREBBE IL DIRITTO

3) IL CAROPREZZI (ANCHE SE, IN TAL SENSO, GIA' QUALCOSA S'E' SMOSSA). NON E' POSSIBILE CHE, A PALERMO, ROMA, TORINO, (e questi sono solo alcuni esempi) SI PAGHINO CERTE CIFRE ESORBITANTI

chiunque volesse aderire, informazioni, maggiori dettagli, può contattarci all'email irriducibili1988@hotmail.com

8 maggio 2005

Ultras Palermo: "Noi controlliamo le curve"

«Il calcio non è un evento sportivo, ma una battaglia fra due fazioni che si scontrano. La repressione è inutile, abbiamo il pieno controllo delle curve. Quando non succede nulla è perchè siamo noi che lo vogliamo». Sesto Terrazzini, storico capo ultras dei Warriors Palermo, spiega perchè la violenza negli stadi non potrà finire e in un'intervista per Ateneonline, il quotidiano telematico della scuola di giornalismo dell'università di Palermo, annuncia battaglia al presidente Maurizio Zamparini, intenzionato ad abbattere le barriere all'interno dello stadio "Renzo Barbera".
Il proclama arriva subito dopo gli incidenti avvenuti ieri sera in curva sud durante Palermo-Chievo e la protesta dei tifosi contro il decreto sulla "tolleranza zero" del ministro Pisanu. Tre persone sono state arrestate dalla Polizia per resistenza a pubblico ufficiale, ma sono solo gli ultimi: dall'inizio della stagione sono stati emessi ben 41 divieti di accesso allo stadio, che fanno salire a 101 i provvedimenti dall'entrata in vigore della legge.

I tre sono giovani tifosi palermitani, rispettivamente di 19, 21 e 22 anni e sono stati arrestati ieri sera, poco prima dell'inizio della partita di calcio fra Palermo e Chievo Verona, per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. I giovani facevano parte di un cospicuo numero di tifosi rosanero, una quarantina circa, che, poco dopo le 19, hanno tentato di entrare all'interno dello stadio Barbera pur senza disporre del biglietto d'ingresso.

Dopo avere scavalcato un gruppetto di tifosi muniti di biglietto, e ordinatamente in coda per entrare allo stadio, i tifosi hanno tentato di forzare la resistenza delle maschere della società del Palermo calcio e dei poliziotti presenti. I tre tifosi, dopo una breve colluttazione con gli agenti, sono stati bloccati e condotti negli uffici della Polizia, dove sono stati inoltre trovati in possesso di una piccola quantità di hashish. Per i tre arrestati, che devono rispondere dei reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, verranno avviate le procedure per l'adozione di provvedimenti Daspo. 


Fonte: LaSicilia.it

30 aprile 2005

Comunicato Ultras Tito Cucchiaroni 30/04/2005

Interveniamo riguardo alla questione dei lavori necessari per rendere lo stadio di Marassi agibile in vista della prossima stagione calcistica.
Esso presenta infatti limiti strutturali unici a livello nazionale, limiti che, se non verranno eliminati o ridotti porteranno ad una significativa riduzione della capienza dell’impianto stesso, ed in particolare alla mutilazione di numerosi posti di gradinata ossia i “popolari”.
Allo stato attuale è tuttavia prematuro oltrechè impossibile notificare la reale cifra di posti che andrebbero perduti, essendo questa una stima che non è stata ancora eseguita da chi di dovere.
Và poi sottolineato, per chiarezza, che il problema del taglio di posti non nasce in senso stretto dall’installazione dei famigerati seggiolini (cosa che limiterebbe di poche decine di unità la capienza), ma da un parametro detto “curva di visibilità”.
In pratica verrebbero tagliati quei posti dai quali, stando seduti, non è possibile vedere il campo. Và da se che gli attuali parterre, per la loro conformazione sarebbero interamente esclusi dalla capienza dello stadio: un disastro, insomma, per uno stadio che in meno di vent’anni ha già visto progressivamente ridursi di circa seimila unità i posti popolari di gradinata.
L’ulteriore taglio porterebbe via altri 1800 posti circa ad ogni gradinata. Davanti a noi, quindi, c’è uno scenario inquietante.
Da un lato la necessità non più rimandabile di mettere a norma uno stadio, che a norma non è mai stato dalla sua nascita. Di questi tempi infatti, se chi firma domenicalmente la deroga a giocare dovesse decidere o essere spinto a decidere di non assumersi questa responsabilità ci toccherebbe giocare altrove nel bel mezzo della stagione (italiana ed europea). Quindi, disagi in serie!!!
Dall’altro lato le norme guida che regolano l’agibilità degli stadi sono plasmate su un’idea di calcio e, soprattutto, di tifo, che non ci appartiene e non ci apparterrà mai, quello che comunemente chiamano “modello inglese”.


TUTTI SEDUTI, NIENTE VESSILLI, NIENTE COLORE, POCO CALORE.
Sono parole che noi, impegnati contro questa deriva ormai da anni, conosciamo troppo BENE.
Per noi non è mai stata una questione di orticelli, combattiamo il “modello inglese” da quando questa formula è balenata nel cervello di qualche presunto scienziato dell’ordine pubblico.
Che fare, quindi?
Innanzi tutto chiediamo a viva voce che venga fatta chiarezza sulla situazione e che la stima dei posti che attualmente andrebbero perduti venga fatta quanto prima.
Dopodichè chiederemo che i necessari lavori limitino al minimo indispensabile i disagi per i posti popolari.
Che, insomma, si trovi un’alternativa seria al disastro di perdere ancora quei 1800 posti popolari a gradinata.
Da parte nostra garantiamo tutta la collaborazione possibile per risolvere il problema, auspicando che tutte le parti in causa facciano lo stesso.

17 aprile 2005

Intervista ad ultras delle B.A.L. - Brigate Autonome Livornesi

M.D.ha 28 anni, lavora da un anno e mezzo in una delle tante acciaierie che hanno sede nel porto di Livorno e “come tutti i veri tifosi del Livorno” è iscritto alle B.A.L., brigate autonome livornesi, che raccoglie il cuore del tifo amaranto. Non ha voglia di parlare con i media dopo i fatti di domenica all’Olimpico, dove lui era presente insieme al fratello e a 4 amici, ma fa uno strappo alla regola per Violanetwork.

Ne viene fuori una “verità” vista dall’occhio del tifoso che non vuole avere l’ambizione di essere la cruda realtà ma delinea comunque alcuni contorni del tifo amaranto dopo i fatti dell’Olimpico e in vista del derby di domenica prossima.

Partiamo dal viaggio d’andata e dall’ingresso di voi tifosi del Livorno all’interno dell’Olimpico. Un inizio di giornata tranquillo?
"Il viaggio d’andata in treno già faceva presagire già come sarebbe andata la giornata. Partiamo dalla stazione con 35 minuti di ritardo e veniamo schedati dalla polizia che ci chiede nome, cognome e biglietto accalcandoci in scompartimenti da sei con all’interno invece in media dieci tifosi. Al nostro arrivo alla stazione di Roma non possiamo usufruire dei bagni pubblici e veniamo caricati sui pullman per lo stadio. Veniamo subito minacciati e vedo con i miei occhi angherie di alcuni poliziotti ad alcuni di noi, rei solo di essere restati indietro nel compattamento del gruppo".

All’ingresso dello stadio poi cosa accade?
"A me e ai miei amici non viene neanche controllato il biglietto, ma ci viene sequestrato uno zaino con dentro il pranzo e alcune riviste da distribuire allo stadio prima della partita. Ho saputo dello striscione sequestrato sulla commemorazione della strage della Moby Prince. Mi hanno raccontato alcuni tifosi che il sequestro è avvenuto urlando parolacce in faccia agli autori. Ormai non mi stupisco più di certe offese nei nostri riguardi da parte della polizia".

Nessun contatto con i tifosi laziali durante la partita?
"Per fortuna no, anche se abbiamo subìto almeno quattro cariche della polizia, una volta nel curvino per il nostro ricompattamento, e il lancio fitto di razzi nella ripresa da parte dei laziali in Curva sud".

Che effetto ti ha fatto vedere gli striscioni apparsi in curva nord e l’esposizione di simboli nazisti?
"Penso che ad uno del nostro gruppo è stata piegata la mano contro il braccio da parte di un poliziotto perché sventolava una bandiera della Cina popolare. Ho visto di peggio in questi anni come striscioni. Ormai viene concesso tutto anche se la costituzione vieterebbe certe cose".

A fine partita com’è avvenuto il deflusso dallo stadio?
"Aspettiamo le 18:30, anche se alcuni di noi avevano segnalato alla polizia che prima fossimo usciti, meglio sarebbe stato visto che molti erano esasperati e stanchi dal viaggio iniziato la mattina. Comunque la prolungata attesa nello stadio non serve perché veniamo letteralmente aggrediti da almeno 200 tifosi laziali nella zona del circolo del tennis mentre stiamo per riprendere il pullman. Proviamo a rispondere con quello che troviamo a terra e la polizia ci carica non facendo altrettanto con i tifosi laziali".

Ma perché l’aggressione alla stazione di San Pietro?

"Tutto il giorno sbeffeggiati dai tifosi avversari, derisi dalla polizia, insultati, privati delle minime esigenze, era evidente che ci potesse essere una ribellione. La polizia poteva evitare tutto questo, ma anzi con certe provocazioni sembrava non aspettare altro. Siamo stati ricontati e classificati anche prima del viaggio di ritorno e chi non rispondeva a tono aveva la sua".

Anche tu sei fra i 248 nuovi diffidati dallo stadio dopo gli incidenti di domenica, ma vale la pena fare quello che avete fatto e rinunciare a vedere il Livorno nelle prossime domeniche?

"Non mi pento di niente di ciò che ho fatto perché tifare Livorno è anche e soprattutto una difesa dei propri valori e del proprio credo politico. Quando vedo ragazzini di 16 anni minacciati con la forza e insultati non posso fare a meno di intervenire, costi quel che costi".

Quando sei tornato a casa?

"Sono stato interrogato io e altri tre dei miei amici con cui ero partito domenica notte, dopo un’attesa di oltre 4 ore, in piedi a Regina Coeli. Anche in questo caso evito di raccontare episodi che mi costerebbero solo ripercussioni... So solo che sono arrivato a casa alle 6,30 con uno dei pullman presi a noleggio da Cristiano Lucarelli".

Domenica cosa ti aspetti dalla curva livornese in risposta a questi episodi?
"Non mi aspetto niente. So solo che come sempre per difendere dei nostri diritti e delle idee io e tanti altri pagheremo delle conseguenze. Non so se contestare le forze dell’ordine o smettere di fare il tifo possa servire a qualcosa. Certo se mi ricapiterà di affrontare situazioni come quella di domenica non esiterò ad affrontare chiunque mi privi di sostenere Livorno e le mie idee politiche".

Un’ultima domanda: perché a tuo avviso è fallito il gemellaggio fra tifosi della Fiorentina e del Livorno?
"Negli incontri avuti recentemente con alcuni rappresentanti della curva Fiesole abbiamo spiegato il nostro tifo: prima la politica e l’appoggio ad alcune ideologie e poi anche il tifo allo stadio. I tifosi della Fiorentina hanno fatto orecchie da mercante. E tutto è finito lì".

13 marzo 2005

Comunicato Oscura Marmaglia Brescia

Oggi dopo l'incontro odierno Brescia-Livorno, una dozzina di ragazzi si sono incontrati come ai vecchi tempi in un bar di Brescia e da li hanno deciso di dare inizio a quel progetto che da alcune settimane avevano discusso:riportare una sana e genuina mentalita' ultras in una citta' dove di ultras e' rimasto ben poco.Precisiamo:siamo completamete lontani a quelli che si definiscono ultras nella nostra citta', propensi solo a vendita di materiale, apparire in tv, e sopratutto collaborare con progetto ultra e tanto tanto oltra.
Detto questo il nostro gruppo non avra' collocazione, cercheremo di portare una novita' assoluta nel panorama ultras, in casa e fuori saremo mescolati " a caso".Non avremo uno striscione di appartenenza ne tantomeno sciarpette o altro lucroso materiale ultras.
Ci faremo rispettare, sicuro contro tutto e tutti per questo non accetteremo mai nessun tipo di amicizia o gemellaggio...mai marceremo col nemico, e combatteremo "loro".
Saremo quella trentina ora...e per sempre.
Primo ed ultimo comunicato
Oscura Marmaglia Brescia

10 marzo 2005

Comunicato Original Fans Avellino

Il direttivo Original Fans Avellino comunica di ritenere sciolto il gemellaggio con gli ultras di Biella ad eccezion fatta con 2 esponenti del gruppo di Trivero Alcolica con i quali resta un rapporto di amicizia vera! Probabilmente i gruppi ultrà biellesi, in primis i Dannati, hanno da risolvere problemi interni, ma tutto ciò non giustifica la “freddezza” con cui siamo stati accolti. Non si gettano nel dimenticatoio 6 anni di rapporti,non si possono tollerare certi comportamenti. Veder passare sotto il proprio settore persone che sono state sedute al nostro stesso tavolo senza degnarsi neanche di uno sguardo, quelle stese che dopo il supplementare ad Avellino di 3 anni fa hanno beneficiato di varie staffette all’aeroporto di Napoli, non può essere digerito! Partire alle 2:00 di notte anziché la mattina ed essere accolti da un solo ultrà locale, visibilmente imbarazzato, non basta! UN GEMELLAGGIO è qualcosa di VERO…qualcosa che senti dentro! La posta in palio era alta, è vero, ma non giustifica questa MANCANZA: non dovevamo ad essere noi a fare gli onori di casa (cosa avvenuta ad Avellino con l’unico tifoso di Biella venuto nel girone di andata)! Neanche un coro….e pensare che fino allo scorso anno si effettuavano giri del parquet o si guardava la partita insieme! DIFFIDATI (…O) è uno striscione che capeggia all’interno della curva biellese e da parte nostra ONORE AL DIFFIDAT..O, quello che nonostante il divieto rischia per venirci ad abbracciare fin dentro il Palazzo (volutamente autorizzati a scriverlo dalla stessa persona). Quello che ha pagato per un’invasione pacifica, ma che è stato VOLUTAMENTE messo da parte per 3 lunghi anni. Quello che la nostra solidarietà l’ha avuta fin dal primo giorno a differenza di chi espone gli striscioni, ma fattivamente non ha fatto nulla! Complimenti a quella parte di tifoseria delle tribune che ci ha applauditi e che non ha dimostrato di avere la MEMORIA CORTA….per il resto per noi BIELLA E’ SOLO O’ ANIMAL!!!!

N.B. Solidali con tutti i diffidati italiani e il nostro pensiero non può che andare al ragazzo di Avellino arrestato in occasione degli scontri avvenuti domenica nel derby di calcio contro il Benevento! ONORE a tutti gli ultras avellinesi che in questi giorni saranno raggiunti da provvedimenti! ONORE a quelli di “IERI” di “OGGI” e di “DOMANI”….ONORE AI DIFFIDATI: QUELLI VERI!!!!!!!


DIRETTIVO ORIGINAL FANS
AVELLINO

Fonte: www.originalfans.it

7 febbraio 2005

comunicato ufficiale AMANTEA OVUNQUE (ULTRAS COSENZA)

Avremmo voluto rispondere con un comunicato dal tono e dal taglio diverso a
quello emesso dai reggini nel loro riconoscibilissimo stile(..parole
tante..mentalità ultras latitante)ma la notizia che un ragazzo di Amantea è
stato denunciato(e altre denunce,si sussurra,potrebbero arrivare)perché
“trovato”nei pressi del treno ove pare dovessero esserci i reggini,appunto,in
viaggio per Udine ci impone,quanto meno un opportuno silenzio.Il tutto
sarebbe,però, una conseguenza delle “gesta eroiche”compiuti dai reggini in
viaggio per Bologna circa un mese fa alla stazione di Amantea quando
provocati(..loro dicono ma non è mai stato verificato)da qualche ragazzino del
paese sono scesi dal treno e hanno tempestato di sassi il sottostante lungomare
colpendo alcune auto e scippando una borsetta ad una ragazza che se ne stava lì tranquillamente. Complimenti tutto molto,molto ultras…in perfetto stile
reggino!!Noi Amantea Ovunque 1986 ribadiamo la nostra assoluta estraneità a
questo episodio, perché quella sera in altre faccende affaccendati e tra
l’altro una parte di noi era a Messina con gli amici bergamaschi.Se proprio
vogliamo essere pignoli diciamo anche che un solo componente di noi passato di li per caso in auto e resosi conto di quanto stava succedendo è sceso e si è
diretto verso due reggini che ancora si attardavano sulla staccionata ma questi
se la sono date a gambe ritirandosi..opportunamente..verso il treno.Ma,per
carità,non vogliamo(noi)scadere nella cronaca spicciola e poi ripetiamo su
queste cose ci sono delle inchieste in corso…Due cose però ai reggini ci
sentiamo di dirle lo stesso perché al di là della normale antipatia che ci
possa essere in quanto noi vecchi e provati ultrà Cosenza lo strano clima che
si respira ad ogni loro passaggio(anche da parte di chi Cosenza non tifa)è
certamente dovuto,anche, a quanto accadde qualche anno fa quando questa
gente(..che dovrebbe essere di serie A..)mentre si recava a Torino,transitando
da Amantea colpì con un sasso una bambina di due mesi(sic)tranquillamente
adagiata nel suo passeggino e a spasso con la madre.Un altro episodio che
vogliamo qui ricordare è quello che ci vide involontari protagonisti in
occasione dello spareggio di tre anni fa Reggina-Atalanta per la permanenza in
A quando ci venne vietato da un “imponente e serioso schieramento di polizia”di esporre con tanto di ordinanza del prefetto(due volte sic!)di esporre il nostro stendardo al fianco degli amici orobici e alla nostra richiesta di spiegazioni ci venne candidamente detto che il tutto era stato deciso dopo le “pressanti richieste di alcuni leader della curva reggina”. QUANTA GRAZIA…ripetiamo, tutto molto,molto ultras! Le nostre “soddisfazioni”,comunque,le prendemmo sette giorni
dopo quando recatici a Bergamo per l’incontro di ritorno in 30 avemmo “il
piacere” di “salutare”a modo nostro i reggini in tutta la città,per tutta la
giornata….E sottacciamo,per non annoiare nessuno di uno spareggio giocato a
Reggio Calabria quasi quindici anni fa tra la seconda squadra di Reggio
C.dell’epoca e l’Amantea o dell’incontro avuto tra cosentini e reggini tre anni
fa alle stazioni di Bologna e Firenze con noi sotto i loro finestrini e loro
dentro…a tirare sassi(..naturalmente).E potremmo fare ancora
tanti,tanti,esempi,ma lasciamo stare…
Ai reggini ricordiamo solo,in tranquillità,la nostra assidua,leale
presenza,nella CURVA SUD di Cosenza e il nostro andare ovunque orgogliosi di
sostenere i colori rossoblu e li invitiamo,tuttalpiù,a prendere esempio dai
nostri amici ultrà dell’ATALANTA,avanti a loro e a tanti,tanti altri anni luce
per mentalità,rispetto,coerenza e quant’altro e diciamo anche che saremmo
orgogliosi di avere un “qualcosa” con una tifoseria di A noi piccolo gruppo di
provincia,ma,ahi noi,i reggini li conosciamo bene e sappiamo che quando
l’impeto della serie A sarà passato(cosa che gli auguriamo presto..)essi
torneranno ad essere quelli che sono sempre stati,una banalissima
tifoseria,senza colore,senza slanci,senza capo né coda..
UN SALUTO A TUTTI I VERI ULTRAS !

AMANTEA OVUNQUE 1986
CURVA SUD COSENZA

13 gennaio 2005

Calcio: anche i tifosi sbarcano sull'album Panini

Nella nuova edizione ci saranno le foto delle curve

(ANSA) - ROMA, 12 GEN - La nuova edizione dell'album dei Calciatori Panini "ospitera'" anche le figurine delle tifoserie delle squadre, con le loro coreografie. Niente da fare per i presidenti e i medici che avevano fatto sapere alla casa di Modena che sarebbe stata cosa gradita avere un proprio spazio sull'album. 'Queste immagini - ha detto il direttore commerciale Panini, Umberto Leone - sono quelle sane del calcio'. Nell'album si trovera' anche un manifesto anti-violenza sottoscritto da tutti i giocatori.

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