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13 dicembre 2005

Di Canio fa il saluto romano a Livorno


Di Canio che uscendo saluta i tifosi con il saluto romano. Scoppia la bufera per la provocazione del giocatore. L'anno scorso aveva saluto con il braccio alzato durante il derby con la Roma.

Livorno, 11 dicembre 2005 - Paolo Di Canio ci ricasca col 'saluto romano'. La bandiera della Lazio alla fine della gara persa a Livorno 2-1 e' andato sotto la curva dei suoi tifosi ed ha piu' volte mostrato il braccio teso come da gesto caratteristico del regime fascista.

Di Canio e' recidivo in tal senso perche' fu deferito alla Commissione Disciplinare lo scorso febbraio per lo stesso atteggiamento 'nostalgico' alla fine del derby vinto contro la Roma.

E al seguito del deferimento fu ammonito e multato di 10.000 euro, al pari della Lazio per responsabilita' oggettiva. Un precedente che potrebbe dare altri problemi a Di Canio, anche perche' Livorno-Lazio era partita a rischio incidenti per la cosiddetta contrapposizione politica delle due curve.

Gli ultras amaranto hanno risposto alla provocazione intonando cori contro Di Canio. L' episodio non e' piaciuto al portiere amaranto Amelia, un ragazzo cresciuto a Roma e nella Roma.

''E' un gesto stupido, non e' la prima volta che lo fa, esiste un regolamento e credo che la federazione debba prendere provvedimenti''. E Grandoni sottolinea che la risposta migliore a quel gesto ''l' ha data il campo con i giocatori che hanno disputato una partita corretta''.

E' vero, quei gesti macchiano una gara 'composta' in campo, dove i giocatori non hanno mai perso la testa, come dimostra una sola ammonizione, quella di Morrone, arrivata intorno al novantesimo. Episodi stonati in una sfida curvaiola giocata a colpi di slogan e striscioni e bandiere con croci celtiche e tricolori con l' aquila (simbolo della Rsi) da una parte, immagini del Che dall' altra, con i cori ''Duce Duce'' che si sono contrapposti a ''Bandiera rossa'', con il motto fascista ''Boia chi molla'' e i pugni chiusi.

Ai livornesi Di Canio non piace e cosi' non perdono l' occasione di aspettarlo al pullman, a fine gara. Sfotto', offese e lancio di oggetti, con lui che mentre sale le scalette per andare a sedersi fa sberleffi.

E fuori dal campo Livorno-Lazio, una delle partite ad alto rischio per l' ordine pubblico, registra un poliziotto ferito in uno scontro con tifosi livornesi (otto punti di sutura alla testa) avvenuto prima della gara e il lancio di un fumogeno al pullman della Lazio mentre stava arrivando allo stadio.

Per il resto, il servizio d'ordine montato dalla questura ha funzionato. Nessun contatto tra le due tifoserie. E questo era il pericolo maggiore, quello che dava piu' preoccupazione.

La Lazio, Di Canio e i tifosi che inneggiano al Duce lasciano Livorno, la curva del Che Guevara si scioglie: ognuno va per la sua strada. Tutto va via liscio. Ma piu' che una partita di calcio e' stato un derby politico.

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