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18 novembre 2010

Comunicato ULTRAS ALESSANDRIA

Dove sono i tifosi grigi?
Se lo chiedono in tanti, da qualche mese a questa parte, ed è evidente che stavolta pochi sanno dare una risposta...
Il NOSTRO pubblico, da sempre motivo di vanto in ogni categoria, il "dodicesimo" uomo, la forza cui attingere quando le energie in campo non c'erano più, ora manca davvero.
Aspettavamo con ansia questo campionato per confrontarci con grandi piazze, anche più della nostra, squadre con storia e blasone, ma fino ad ora la partita con la Cremonese (2500 spettatori circa) resta quella col pubblico più numeroso..
Numeri ridicoli per Alessandria e i suoi tifosi, tanto più ora che c'è una squadra tosta e determinata, con una classifica che inviterebbe anche a sognare.
Se la partita con la Salernitana si fosse disputata negli anni novanta, con i grigi nelle prime posizioni, sicuramente il vecchio Moccagatta non sarebbe bastato a contenere la passione degli alessandrini, ma ora è cambiato tutto, e ci fa rabbia che nessuno provi a sottolinearne i motivi, che a noi tifosi della curva appaiono invece chiari.
Il mondo che avvicinava tanti ragazzi allo stadio non esiste più, spazzato via da leggi assurde e ipocrite.
Chi si è innamorato dell'aspetto più colorato e vivo del tifo alla fine degli anni '70, portando avanti quel discorso per tanti anni, ora stenta a credere che queste gradinate prive di tamburi, fumogeni, torce, striscioni (anche goliardicamente offensivi), megafoni, bandiere di una certa misura possano in qualche modo fare appassionare un ragazzino che si presenta per la prima volta alla partita in casa.
E le trasferte?
Adesso sono a discrezione di qualcuno, che, non riuscendo a gestire l'ordine pubblico, decide se possono essere affrontate o no.
I treni speciali non esistono più, i pullman vengono prenotati e il giorno dopo spariscono misteriosamente, poi faticosamente si trovano altri mezzi e di nuovo a un giorno dalla partenza si volatilizzano...ma di questo non parla mai nessuno.
Quando la trasferta viene consentita, spesso diventa un viaggio della speranza, in cui si viene impacchettati ad un casello e fatti arrivare allo stadio anche a partita cominciata, dopo percorsi a dire poco cervellotici, perchè in fondo "quelli della curva" non sono cittadini come gli altri.
Abbiamo sentito il ministro Maroni in tv elogiare pubblicamente la tessera del tifoso e i brillanti risultati ottenuti (decremento degli episodi di violenza e dei feriti da stadio), peccato che in studio non ci fosse alcun tipo di contraddittorio.
Questa brillante genialata, che altro non è se non una carta di credito (ma attenzione ad usarla perchè i costi sulle operazioni sono assurdi) è in realtà soltanto una manovra economica che non serve ad identificare il tifoso (i biglietti erano già nominali e acquistabili solo con un documento di identità).
In realtà garantirebbe l'ingresso nel settore ospiti, quindi da quest'anno chi va in trasferta senza tessera finisce di fianco ai sostenitori di casa, con tutti i problemi che ne possono derivare, tra l'altro, particolare da non sottovalutare, in settori ovviamente più cari.
Altro aspetto assolutamente risibile della tessera del tifoso è che non può essere rilasciata a chiunque abbia ricevuto un daspo negli ultimi 5 anni.
Provate a immaginare: è come se un cittadino qualunque, una volta pagato il debito con la giustizia, magari per una rapina in banca, non potesse più entrarvi...
Siamo alle comiche...anzi, ricordando un film di fantozziana memoria, verrebbe da dire che la tessera del tifoso è come la leggendaria corazzata potemkin!
Certo, non siamo così ipocriti da voler passare per santi, ma esistono già leggi che se venissero applicate sarebbero sufficienti a punire coloro i quali commettono reati, quindi chi ha interesse a fare dello stadio un luogo in cui ogni gesto ha una valenza penale molto più grave che in qualunque altro posto?
La diffida (DASPO), provvedimento che vieta l'accesso allo stadio per periodi di tempo variabili da un anno in su, è diventata oramai lo spauracchio di tutti i frequentatori della curva, perchè viene distribuita spesso a caso e prima di verificare la colpevolezza dell'indagato...lo sapevate?
Anche di questo nessuno parla mai.
E' anticostituzionale che un individuo venga privato della libertà personale prima di accertarne il coinvolgimento in un fatto: ad Alessandria quasi la metà delle diffide in corso sono state REGALATE a persone innocenti, alcune addirittura altrove rispetto ai luoghi in cui viene contestata la loro presenza.
Qualcuno ne ha mai parlato?
A Verona ad esempio, qualche domenica fa e per 90 minuti, le emozioni e lo spettacolo sono state gentilmente offerte dalla celere di Padova, che picchiava chiunque senza che ce ne fosse una reale necessità ( "alla fine della partita vi massacriamo" era il tenore delle frasi pronunciate dai teppisti in divisa, in assetto antisommossa) ed il motivo sarebbe stato una strettoia all'ingresso che avrebbe dato origine ad uno spintone ad uno steward.
Conseguenza diretta diverse persone fermate e addirittura tre costrette ad una notte in cella...
Per che cosa???
Naturalmente questi terribili criminali sono già stati diffidati...
Certo, se le trasferte vengono proibite a persone residenti nella città la cui squadra gioca fuori
(ormai siamo quasi al 50%) e lo stadio è pieno (si fa per dire) solo dei tifosi di casa è molto difficile che succedano incidenti di qualunque tipo, ma questa è la strada per combattere la violenza o forse quella per fare morire il calcio?
Dipingeremo anche noi di spettatori virtuali i settori dello stadio e arriveremo ai boati in playback?
Da dove viene tutta questa ipocrisia?
Perchè in una qualunque discoteca succede di tutto e uno spintone allo stadio vale una notte in cella e una diffida?
Sarebbe bello che qualcuno provasse a rispondere a queste domande, ma ci siamo già scottati con la vicenda Gubbio (vi ricordate il portiere Lamanna e i poveri genitori aggrediti da una moltitudine di squilibrati armati fino ai denti?)
Secondo voi la Gazzetta dello Sport ha pubblicato la lettera in cui ricostruivamo in maniera veritiera i fatti di quella domenica, dopo aver gettato fango sulla nostra tifoseria per una settimana con vignette assurde e notizie di accoltellamenti in prima pagina?
Ancora non si sa chi sia stato l'aggressore (i presenti dicono che gli insulti sarebbero partiti dalla madre del portiere, poi offesa in tutta risposta e proprio tali epiteti avrebbero scatenato la reazione del tesserato del Gubbio), ma mentre il giocatore ha trascorso una settimana in televisione a raccontare la sua versione dei fatti, un ragazzo di Alessandria (anch'egli refertato in ospedale) veniva subito diffidato e quindi di fatto condannato prima di un regolare processo.
Ma del resto, in un paese in cui la doppia morale è accettata fino ai massimi livelli dello stato, essere ultras vuol dire con orgoglio non fare parte di questa marmaglia, rifiutare il falso perbenismo dei moralisti da salotto, con la moglie a casa e il trans o la prostituta (spesso minorenne) in albergo, odiare l'idea di mondo che viene proposta ai ragazzi, fatta di rapporti virtuali e consumi imposti nel nome del dio denaro, illusori come grandi fratelli in cui solo apparire vuol dire guadagnare senza sapere fare nulla.
Quando urliamo i nostri cori nell'atrio di una stazione o per la strada, quando ci arrampichiamo sulla rete in un campetto di periferia o appendiamo gli striscioni al Bentegodi, quando parliamo di amore per la maglia e già 15 anni fa temevamo gli effetti devastanti della pay tv per il calcio di provincia, quando vediamo la rete gonfiarsi e la squadra che corre sotto la curva, quando faticosamente paghiamo anche per chi non può ma ama la squadra allo stesso modo, esserci per l'Alessandria è il nostro orgoglio, ma stanno tentando di toglierci anche questo.
E' ora di finirla con questa storia del modello inglese, sono tutte stupidaggini con cui si riempiono la bocca persone che non sanno nulla del mondo dello stadio.
Gli impianti sono diventati teatri per gente benestante, i settori popolari non esistono più perchè i biglietti meno cari costano cifre improponibili, i tifosi più caldi sono costretti a guardare la partita al pub...hanno spostato la violenza da un'altra parte alzando i prezzi.
Tutti gli amanti del calcio inglese non hanno dubbi quando affermano che l'atmosfera odierna all'interno degli stadi è insignificante, rispetto a quella di un tempo, in più l'Italia non è l'Inghilterra.
Ovunque nel nostro paese gli stadi sono sempre più vuoti, le medie spettatori della serie B, tranne alcune eccezioni, fanno ridere anche se confrontate con quelle della c2 di metà anni '80.
Forse il calcio in provincia è destinato a scomparire, e se non è un disegno, quando avverrà sarà tardi per tornare indietro, questo è sicuro.
Noi possiamo solo invitare tutti gli alessandrini a tornare allo stadio, ricordando come nell'anno della serie d una simbiosi eccezionale squadra-pubblico portò ad un risultato finale fantastico.
Dalla prossima partita in casa (già, Pavia è vietata...) ci piacerebbe rivedere tutti quelli che hanno un po'di grigio nel cuore, non solo sulle felpe che andavano tanto (e si vedevano ovunque) durante quella indimenticabile stagione.
Lo stadio non è una moda, la felpa non è un vezzo da aperitivo, ma esprime un senso di appartenenza che se non si sente, se non è reale, può durare solo qualche settimana, ma poi svanisce con la prima pioggia di novembre, quando tanti restano in casa davanti alla tv.
Pavia fuori, Monza in casa, a Ferrara dopo tanti anni, Bassano al Mocca e di nuovo in casa con le aquile...non vorremmo proprio fare brutta figura coi nostri "amici" spezzini.
In queste partite misureremo le nostre ambizioni, quindi è ora di riaccendere la passione, lo merita la squadra, lo merita la nostra storia.
Ora le chiacchiere stanno a zero.


ULTRAS GRADINATA NORD ALESSANDRIA

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