Dove sono i tifosi grigi? 
  Se lo chiedono in tanti, da qualche mese a questa parte, ed è evidente che stavolta pochi sanno dare una risposta...
  Il NOSTRO pubblico, da sempre motivo di vanto in ogni categoria, il   
"dodicesimo" uomo, la forza cui attingere quando le energie in campo non
   c'erano più, ora manca davvero.
  Aspettavamo con ansia questo 
campionato per confrontarci con grandi   piazze, anche più della nostra,
 squadre con storia e blasone, ma fino ad   ora la partita con la 
Cremonese (2500 spettatori circa) resta quella   col pubblico più 
numeroso..
  Numeri ridicoli per Alessandria e i suoi tifosi, tanto 
più ora che c'è   una squadra tosta e determinata, con una classifica 
che inviterebbe   anche a sognare.
  Se la partita con la Salernitana
 si fosse disputata negli anni novanta,   con i grigi nelle prime 
posizioni, sicuramente il vecchio Moccagatta non   sarebbe bastato a 
contenere la passione degli alessandrini, ma ora è   cambiato tutto, e 
ci fa rabbia che nessuno provi a sottolinearne i   motivi, che a noi 
tifosi della curva appaiono invece chiari.
  Il mondo che avvicinava tanti ragazzi allo stadio non esiste più, spazzato via da leggi assurde e ipocrite.
  Chi si è innamorato dell'aspetto più colorato e vivo del tifo alla 
fine   degli anni '70, portando avanti quel discorso per tanti anni, ora
 stenta   a credere che queste gradinate prive di tamburi, fumogeni, 
torce,   striscioni (anche goliardicamente offensivi), megafoni, 
bandiere di una   certa misura possano in qualche modo fare appassionare
 un ragazzino che   si presenta per la prima volta alla partita in casa.
  E le trasferte?
  Adesso sono a discrezione di qualcuno, che, non riuscendo a gestire 
l'ordine pubblico, decide se possono essere affrontate o no.
  I 
treni speciali non esistono più, i pullman vengono prenotati e il   
giorno dopo spariscono misteriosamente, poi faticosamente si trovano   
altri mezzi e di nuovo a un giorno dalla partenza si volatilizzano...ma 
  di questo non parla mai nessuno.
  Quando la trasferta viene 
consentita, spesso diventa un viaggio della   speranza, in cui si viene 
impacchettati ad un casello e fatti arrivare   allo stadio anche a 
partita cominciata, dopo percorsi a dire poco   cervellotici, perchè in 
fondo "quelli della curva" non sono cittadini   come gli altri.
  
Abbiamo sentito il ministro Maroni in tv elogiare pubblicamente la   
tessera del tifoso e i brillanti risultati ottenuti (decremento degli   
episodi di violenza e dei feriti da stadio), peccato che in studio non  
 ci fosse alcun tipo di contraddittorio.
  Questa brillante 
genialata, che altro non è se non una carta di credito   (ma attenzione 
ad usarla perchè i costi sulle operazioni sono assurdi) è   in realtà 
soltanto una manovra economica che non serve ad identificare   il tifoso
 (i biglietti erano già nominali e acquistabili solo con un   documento 
di identità).
  In realtà garantirebbe l'ingresso nel settore ospiti,
 quindi da   quest'anno chi va in trasferta senza tessera finisce di 
fianco ai   sostenitori di casa, con tutti i problemi che ne possono 
derivare, tra   l'altro, particolare da non sottovalutare, in settori 
ovviamente più   cari.
  Altro aspetto assolutamente risibile della 
tessera del tifoso è che non   può essere rilasciata a chiunque abbia 
ricevuto un daspo negli ultimi 5   anni.
  Provate a immaginare: è 
come se un cittadino qualunque, una volta pagato   il debito con la 
giustizia, magari per una rapina in banca, non potesse   più entrarvi...
  Siamo alle comiche...anzi, ricordando un film di fantozziana memoria, 
  verrebbe da dire che la tessera del tifoso è come la leggendaria   
corazzata potemkin!
  Certo, non siamo così ipocriti da voler passare
 per santi, ma esistono   già leggi che se venissero applicate sarebbero
 sufficienti a punire   coloro i quali commettono reati, quindi chi ha 
interesse a fare dello   stadio un luogo in cui ogni gesto ha una 
valenza penale molto più grave   che in qualunque altro posto?
  La 
diffida (DASPO), provvedimento che vieta l'accesso allo stadio per   
periodi di tempo variabili da un anno in su, è diventata oramai lo   
spauracchio di tutti i frequentatori della curva, perchè viene   
distribuita spesso a caso e prima di verificare la colpevolezza   
dell'indagato...lo sapevate?
  Anche di questo nessuno parla mai.
  E' anticostituzionale che un individuo venga privato della libertà   
personale prima di accertarne il coinvolgimento in un fatto: ad   
Alessandria quasi la metà delle diffide in corso sono state REGALATE a  
 persone innocenti, alcune addirittura altrove rispetto ai luoghi in cui
   viene contestata la loro presenza.
  Qualcuno ne ha mai parlato?
  A Verona ad esempio, qualche domenica fa e per 90 minuti, le emozioni e
   lo spettacolo sono state gentilmente offerte dalla celere di Padova, 
che   picchiava chiunque senza che ce ne fosse una reale necessità ( 
"alla   fine della partita vi massacriamo" era il tenore delle frasi 
pronunciate   dai teppisti in divisa, in assetto antisommossa) ed il 
motivo sarebbe   stato una strettoia all'ingresso che avrebbe dato 
origine ad uno   spintone ad uno steward.
  Conseguenza diretta diverse persone fermate e addirittura tre costrette ad una notte in cella...
  Per che cosa???
  Naturalmente questi terribili criminali sono già stati diffidati...
  Certo, se le trasferte vengono proibite a persone residenti nella città la cui squadra gioca fuori 
  (ormai siamo quasi al 50%) e lo stadio è pieno (si fa per dire) solo 
dei   tifosi di casa è molto difficile che succedano incidenti di 
qualunque   tipo, ma questa è la strada per combattere la violenza o 
forse quella   per fare morire il calcio?
  Dipingeremo anche noi di spettatori virtuali i settori dello stadio e arriveremo ai boati in playback?
  Da dove viene tutta questa ipocrisia? 
  Perchè in una qualunque discoteca succede di tutto e uno spintone allo stadio vale una notte in cella e una diffida?
  Sarebbe bello che qualcuno provasse a rispondere a queste domande, ma 
ci   siamo già scottati con la vicenda Gubbio (vi ricordate il portiere 
  Lamanna e i poveri genitori aggrediti da una moltitudine di 
squilibrati   armati fino ai denti?)
  Secondo voi la Gazzetta dello 
Sport ha pubblicato la lettera in cui   ricostruivamo in maniera 
veritiera i fatti di quella domenica, dopo aver   gettato fango sulla 
nostra tifoseria per una settimana con vignette   assurde e notizie di 
accoltellamenti in prima pagina?
  Ancora non si sa chi sia stato 
l'aggressore (i presenti dicono che gli   insulti sarebbero partiti 
dalla madre del portiere, poi offesa in tutta   risposta e proprio tali 
epiteti avrebbero scatenato la reazione del   tesserato del Gubbio), ma 
mentre il giocatore ha trascorso una settimana   in televisione a 
raccontare la sua versione dei fatti, un ragazzo di   Alessandria 
(anch'egli refertato in ospedale) veniva subito diffidato e   quindi di 
fatto condannato prima di un regolare processo.
  Ma del resto, in un
 paese in cui la doppia morale è accettata fino ai   massimi livelli 
dello stato, essere ultras vuol dire con orgoglio non   fare parte di 
questa marmaglia, rifiutare il falso perbenismo dei   moralisti da 
salotto, con la moglie a casa e il trans o la prostituta   (spesso 
minorenne) in albergo, odiare l'idea di mondo che viene proposta   ai 
ragazzi, fatta di rapporti virtuali e consumi imposti nel nome del   dio
 denaro, illusori come grandi fratelli in cui solo apparire vuol dire   
guadagnare senza sapere fare nulla.
  Quando urliamo i nostri cori 
nell'atrio di una stazione o per la strada,   quando ci arrampichiamo 
sulla rete in un campetto di periferia o   appendiamo gli striscioni al 
Bentegodi, quando parliamo di amore per la   maglia e già 15 anni fa 
temevamo gli effetti devastanti della pay tv per   il calcio di 
provincia, quando vediamo la rete gonfiarsi e la squadra   che corre 
sotto la curva, quando faticosamente paghiamo anche per chi   non può ma
 ama la squadra allo stesso modo, esserci per l'Alessandria è   il 
nostro orgoglio, ma stanno tentando di toglierci anche questo.
  E' 
ora di finirla con questa storia del modello inglese, sono tutte   
stupidaggini con cui si riempiono la bocca persone che non sanno nulla  
 del mondo dello stadio.
  Gli impianti sono diventati teatri per 
gente benestante, i settori   popolari non esistono più perchè i 
biglietti meno cari costano cifre   improponibili, i tifosi più caldi 
sono costretti a guardare la partita   al pub...hanno spostato la 
violenza da un'altra parte alzando i prezzi.
  Tutti gli amanti del 
calcio inglese non hanno dubbi quando affermano che   l'atmosfera 
odierna all'interno degli stadi è insignificante, rispetto a   quella di
 un tempo, in più l'Italia non è l'Inghilterra.
  Ovunque nel nostro 
paese gli stadi sono sempre più vuoti, le medie   spettatori della serie
 B, tranne alcune eccezioni, fanno ridere anche se   confrontate con 
quelle della c2 di metà anni '80.
  Forse il calcio in provincia è 
destinato a scomparire, e se non è un   disegno, quando avverrà sarà 
tardi per tornare indietro, questo è   sicuro.
  Noi possiamo solo 
invitare tutti gli alessandrini a tornare allo stadio,   ricordando come
 nell'anno della serie d una simbiosi eccezionale   squadra-pubblico 
portò ad un risultato finale fantastico.
  Dalla prossima partita in 
casa (già, Pavia è vietata...) ci piacerebbe   rivedere tutti quelli che
 hanno un po'di grigio nel cuore, non solo   sulle felpe che andavano 
tanto (e si vedevano ovunque) durante quella   indimenticabile stagione.
  Lo stadio non è una moda, la felpa non è un vezzo da aperitivo, ma   
esprime un senso di appartenenza che se non si sente, se non è reale,   
può durare solo qualche settimana, ma poi svanisce con la prima pioggia 
  di novembre, quando tanti restano in casa davanti alla tv.
  Pavia 
fuori, Monza in casa, a Ferrara dopo tanti anni, Bassano al Mocca e   di
 nuovo in casa con le aquile...non vorremmo proprio fare brutta   figura
 coi nostri "amici" spezzini.
  In queste partite misureremo le 
nostre ambizioni, quindi è ora di   riaccendere la passione, lo merita 
la squadra, lo merita la nostra   storia.
  Ora le chiacchiere stanno a zero.
  
  
  ULTRAS GRADINATA NORD ALESSANDRIA

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