Fonte: "ilsecoloxix.ilsole24ore.com"
È costato davvero caro, il
lancio di un fumogeno in campo a un tifoso dello Spezia. Una volta
accendere torce e fumogeni in curva era consuetudine e folclore. Oggi è
reato gravissimo. Quasi equiparato a una rapina. Senza considerare le
pene accessorie. Ne sa qualcosa E. M., meglio conosciuto come don M.,
per il suo travestimento da prete che sino a qualche tempo fa esibiva al
Picco mentre “benediva” il campo di gioco.
M. sta vivendo una
vera e propria odissea giudiziaria. Nel marzo scorso venne condannato a
un anno e mezzo per il lancio del fumogeno. Episodio che avvenne durante
la partita Spezia-Pro Settimo Eureka dell’anno scorso e ripreso dalle
telecamere interne dello stadio.
Il comportamento fece scattare
automaticamente il provvedimento di diffida e quindi il divieto ad
assistere a manifestazioni sportive. Non solo. Ogni volta che gioca lo
Spezia don M. deve ripiegare l’abito talare e presentarsi in questura.
Nella
partita infrasettimanale Albese-Spezia del gennaio scorso M.
probabilmente si dimenticò di presentarsi davanti al poliziotto di
servizio un’ora prima della partita come previsto dall’ordinanza. Ma lo
fece regolarmente nel corso della ripresa. Per quella dimenticanza M.
venne denunciato all’autorità giudiziaria. Un reato considerato grave
dopo l’approvazione della legge Maroni, che ha voluto imprimere un giro
di vite contro la violenza negli stadi. Così ieri M. è comparso davanti
al giudice Mario De Bellis per rispondere delle accuse.
Il
pubblico ministero Alessandro Casseri ha compreso la particolare
situazione e ha chiesto il minimo della pena prevista dalla legge. Ma
per questo tipo di reato la legge prevede comunque una condanna davvero
pesante. Così il giudice, pur accogliendo la richiesta dell’accusa, ha
inflitto all’imputato un anno di reclusione e diecimila euro di multa.
Che aggiunti alla condanna precedente fanno due anni e mezzo di carcere.
Tutto per un fumogeno lanciato sull’erba del Picco durante una partita
di quinta serie...
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