Si
è proclamato innocente l'ultrà catanese accusato di avere
lanciato la bomba carta che ha colpito in testa il tifoso
messinese Antonino Currò, 24 anni, in coma irreversibile. Il
giovane è indagato per tentato omicidio. "Non so niente, non ho
fatto niente", avrebbe detto C. S. ai magistrati. Nella
perquisizione compiuta a casa del ragazzo i poliziotti hanno
trovato altri petardi e materiale esplodente e una copia
dell'organo ufficiale del club "Irriducibili Catania", stampata
in occasione della gara d'andata giocata al Cibali il 10 giugno scorso,
il cui titolo era: "Catania-Messina, una sola parola, un solo
grido: uccidiamoli".
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18 giugno 2001
Messina - Catania: Onore ad Antonino!
è in
coma irreversibile Antonino, il tifoso messinese colpito da una
bomba carta lanciata dal settore occupato dagli ultras catanesi.
Non ci sono molte parole da spendere per questa ennesima
sconfitta di tutto il mondo del calcio. Dopo la morte di Spagna
il “Basta lame basta infami” è rimasta una frase bella solamente
da dire. Non si è preso coscienza che ultras è parola di vita non
deve essere parola di morte. Si continuano a ripetere gli errori
che avrebbero dovuto aprirci gli occhi, salvo poi unirci nel
dolore quando il dolore è stato portato da noi stessi. Non si può
parlare di “scheggie impazzite”, non si può parlare di “cani
sciolti”, non si deve neanche generalizzare verso tutta la tifoseria
catanese. La colpa è di tutti. Le bombe sono state lanciate da
troppe persone, la rivalità tra messinesi e catanesi ha superato
quel punto critico che alla fine ha portato alla tragedia. Quando
le due tifoserie si sono incontrate ai traghetti all'inizio di
quest'anno erano i catanesi ad essere armati persino di arpioni.
Più di un messinese si è visto sfiorare lo stomaco da una lama di
oltre 50 centimetri. Quella notte ho pensato a Spagna che ha
pagato il suo coraggio con la vita, lanciandosi contro quel
coltello. Si stava ripetendo la stessa scena, non si è ripetuta!
Ricordo tutto quest'anno la rabbia dei messinesi che cercavano la
vendetta a tutti i costi,vendetta non per gli stendardi persi negli
scontri, vendetta per chi le mani nude non ha proprio intenzioni di
usarle. Ecco che ci imbastardiamo pure noi, ecco che anche noi
perdiamo il senso delle cose e cominciamo a perdere quella sana
mentalità che ci ha sempre contraddistinto. Adesso è morto un
giovane! Adesso tocca ai messinesi aprire gli occhi! Non cercare
la vendetta, non cercare un'azione ritorsiva, ma ritornare alle
origini. Abbiamo pagato il nostro tributo di sangue, nel silenzio
generale, magari nessuno verrà a stringerci con un abbraccio, la
nostra è una voce debole,ma il dolore è grandissimo. Questa è la
nostra tifoseria,un nostro striscione recitava:”DESTINATI A
SOFFRIRE”. Adesso nessuno di noi pensa alla promozione,adesso è
tutto finito.Dovreste vedere il volto del padre e della madre di
Antonino,non ho più parole!!!
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