⚠️ Abbiamo deciso di abilitare i commenti su tutti i post del Blog, senza alcuna forma di censura. ⚠️

Cerca nel blog

Main Sponsor :

4 febbraio 2023

IL CALCIO É DEL DENARO. (Curva Ovest Ferrara)


IL CALCIO É DEL DENARO.

LA REPRESSIONE È IL NUOVO CREDO.
E SPAL-BARI FINISCE ANCORA PRIMA DI INIZIARE.
Ci sarebbe piaciuto trattare Spal Bari per l’importanza della partita rispetto al campionato, per le novità del mercato, per il blasone dell’avversario.
Invece tocca riscontrare che diventerà l’ennesima occasione per allungare l’elenco dei provvedimenti più assurdi, in tema di ordine pubblico.
Spal Bari, per noi, è finita prima di iniziare. È finito il piacere di misurarsi contro un avversario che non sta mai solo in campo, ma anche e soprattutto sugli spalti. È già finito il folclore, il calore, il colore. Diventerà uno spettacolo monocromatico che andrà tutto a vantaggio dei nostri, senz’altro. Ma che verrà privato di ogni suo significato.
Il calcio è uno sport popolare. Il calcio è della gente, si diceva.
Non è così.
Il calcio è del denaro. E il denaro vero, oggi, non arriva più dai botteghini, evidentemente.
Ed ecco che l’intero mondo del pallone accetta passivamente anche provvedimenti che reprimono, invece di tutelare. Puniscono in maniera trasversale e illogica barricandosi dietro quell’ordine pubblico che andrebbe gestito da chi è pagato per farlo, non vigliaccamente aggirato.
Siamo monitorati in maniera più che invasiva centimetro per centimetro della nostra vita, volete farci credere che durante una trasferta è possibile perdersi carovane da migliaia di tifosi e non si riesce ad anticipare i punti critici, impedendo ad esempio di fermarsi in aree di sosta pericolose? Troppo impegnativo?
Benissimo. Basterebbe allora spostare orari o giorni delle partite in caso di incroci poco ortodossi, in modo da garantire ai moltissimi appassionati di poter seguire comunque la propria squadra, anche se con qualche disagio. Sempre meglio dello schifo di vietarla.
Ancora troppo difficile? Troppo poco ossequioso nei confronti del palinsesto televisivo?
D’accordo. Allora che si vieti il viaggio ad una delle due. Farebbe vomitare, certo, ma salvaguarderebbe almeno l’altra.
E invece no.
Si vieta tutto. A tutti.
Perché il messaggio è punitivo in senso trasversale, non è preventivo. Sia chiaro. Non si sta tutelando un bel cazzo, si sta colpendo. In maniera indistinta, illogica, sistematica.
E non solo gli odiatissimi ultras, ma anche le famiglie, i club, i milioni di amanti del calcio dal vivo. Che, pare piuttosto chiaro, sono un mero accessorio ormai. Tanto basta dipingere due seggiolini dello stadio, o registrare un paio di cori da mandare in favore di microfono, e il gioco è fatto.
Inciteremo la nostra squadra perché questo è il nostro dovere. È il nostro ruolo.
Ma, per quanto ci riguarda, Spal Bari è già finita.


Nessun commento:

Posta un commento

Post più recente

Al Maradona uno striscione per Giulia Tramontano

Nel cuore della festa scudetto del Napoli, allo stadio Maradona, tra i numerosi striscioni esposti dai tifosi, uno si distingue per ricordar...