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24 febbraio 2023

Comunicato Nuova Guardia Torres





Non è nostra abitudine divulgare pubblicamente ciò che pensiamo, tantomeno lo facciamo scrivendo sui social, mezzo dal quale abbiamo sempre preso le distanze. Le poche volte che abbiamo scritto dei comunicati è stato per questioni che abbiamo ritenuto fossero veramente importanti per la curva e per la Torres. Stavolta quindi non possiamo esimerci dallo spiegare una situazione diventata ributtante.

Tre settimane fa sono arrivate delle diffide a del ragazzi appartenenti al nostro gruppo, accusati di aver acceso dei fumogeni. I provvedimenti, di durata spropositata (6 anni) per l’entità del fatti, sono arrivati in un clima di indignazione generale di cui, sia chiaro, non ci sarebbe importato nulla, vista la lontananza del nostro pensiero dal comune sentire, se non fosse che questa caccia alle streghe contro chi azionava artifizi pirici, oggi sia condita di falsità e illazioni che arrivano da più fronti. I soliti noti (di cui parleremo successivamente) hanno insinuato persino che far prendere le multe fosse un nostro obiettivo. Questi personaggi, sono gli stessi che lo scorso anno, nella partita dei play off, facevano a gara a fotografare l’accensione di torce e fumogeni, perché era uno spettacolo scenografico da immortalare. Chi è in malafede e si è scandalizzato per delle ammende ridicole, vada a ritroso negli anni a guardarsi i provvedimenti del Giudice Sportivo, troverà sempre multe, sempre. Eppure mai nessuna dirigenza si è preoccupata della cosa e, tantomeno, si è permessa di aizzare i propri burattini a metterci sul banco degli imputati. Cosa che è invece accaduta.

Torniamo ai fatti. Nella partita giocata in casa, dopo l’arrivo dei Daspo, abbiamo deciso di seguire la gara senza tifare, un gesto di dissenso per evidenziare delle pene da noi ritenute sproporzionate. Un gesto di vicinanza nei confronti dei ragazzi diffidati, recepito anche dai tifosi della Lucchese presenti nel settore ospiti che, una volta capita la nostra forma di “protesta”, hanno smesso di cantare per solidarietà. Purtroppo, la stessa solidarietà non è stata dimostrata da alcuni individui occupanti la Curva Nord che, con una mancanza di rispetto senza precedenti, si sono messi a intonare stupidi cori con il solo intento di rompere il nostro silenzio. Non potendo tollerare una mossa cosi meschina, sono scaturite discussioni animate, con riprovevoli scene messe in atto anche davanti a bambini. Episodi vergognosi che, malgrado volessimo evitare, ci hanno visto coinvolti e, per questo, ci scusiamo con i presenti che hanno dovuto assistere ad uno spettacolo pessimo. Il nostro intervento era però necessario. Chi ci conosce sa benissimo che nel nostro modo di essere un comportamento simile è intollerabile, in curva ci sono delle regole non scritte e chi la frequenta sa che devono essere rispettate.

Quanto accaduto è frutto di un clima avvelenato che ha la sua origine ancora più indietro nel tempo. C’è chi, da dietro le quinte, si adopera per screditarci trovando purtroppo persone che si fanno strumentalizzare facilmente. Per questi elementi che si fanno manipolare senza neppure accorgersene, non proviamo neppure odio, perché l’odio è un sentimento nobile, ma soltanto tanta pena.

L’astio nei nostri confronti nasce nel momento in cui, a differenza di chi faceva di tutto per non far andare la gente allo stadio, noi, come sempre, siamo rimasti al fianco dei colori che amiamo. In questi ultimi anni abbiamo dovuto assistere a vicende squallide, forme di boicottaggio di ogni genere, culminate dal fatto di vedere chi addirittura puntava ad affossare la Torres a favore del Sassari Calcio, inutile realtà con un seguito di fantocci pronti a cambiare squadra del cuore a seconda di dove tira il vento (ed il tornaconto personale). Il non fare la guerra alla precedente dirigenza, agli occhi del detrattori, ci ha reso “colpevoli” di aver sostenuto la Torres, anziché lasciarla sola

Noi, sottolinelamo NOI, non abbiamo mai abbandonato il vessillo rossoblù: A chi ha la memoria corta, potremmo ricordare un’infinità di episodi vissuti in prima linea nei nostri 34 anni di attività. A differenza di altri che dichiarano la loro passione per la Torres solo nelle giornate trionfali, a noi place ricordare tutti i momenti bui in cui ci siamo ritrovati solissimi nel difendere, proteggere e sostenere la bandiera che difendiamo. Lo abbiamo fatto soprattutto quando siamo dovuti ripartire dalle macerie, in categorie infime

come la Promozione, quando improvvisamente tutti, tranne noi, si vergognavano di dichiararsi torresini. Ci sono stati frangenti in cui siamo stati totalmente senza una società, quando in attesa di un verdetto della Covisoc, con i giocatori che non sapevano se la squadra fosse iscritta o meno al campionato, pensavamo noi con collette interne a farli allenare e ad organizzare vitto e alloggio, pur di tenere accesa la fiamma. Eravamo gli unici ad effettuare un massaggio cardiaco in una situazione che ci vedeva più morti che vivi. Scene davvero drammatiche ma estremamente romantiche per chi, come noi, ha sempre fatto qualsiasi cosa per il bene della Torres. Bisogna conoscere la storia per rendersi conto di ciò che abbiamo dato per tenere in piedi la baracca.

Il nostro nome è indissolubilmente legato al quello del sodalizio rossoblù, ovunque ha giocato la Torres è stato presente il nostro striscione che, in tutta Italia, ha rappresentato orgogliosamente i colori di Sassari. Siamo rispettati da tutte le tifoserie, anche quelle nemiche, che riconoscono i sacrifici che da sempre- facciamo e che mentalità abbiamo. Perché uno dei nostri maggiori vanti è quello di non esserci mai piegati a niente e nessuno, tenendo la schiena dritta e portando avanti quei valori che oramai molti hanno perso. In questa città, siamo una delle poche entità vive che hanno una loro etica e dei principi inattaccabili, cosa che probabilmente dà fastidio a chi era convinto di poter manovrare anche noi.

Arriviamo ad oggi. Questa settimana sono state notificate altre diffide per quanto accaduto nella gara in casa di cui abbiamo raccontato precedentemente. Provvedimenti arrivati in seguito ad azioni commesse col fine di tutelare la moralità di una curva che deve portare rispetto per chi riceve delle pene ingiuste. Stavolta il numero dei colpiti è pesante e, in alcuni casi, si è calcata la mano per far fuori chirurgicamente chi frequenta attivamente da una vita. Essendo ultras siamo consapevoli che le diffide siano da mettere in preventivo, questo però quando ci sono motivi validi per andare a cercarcele. Qui invece si è arrivati a questo risultato dopo in clima d’odio nei nostri confronti, pompato a dismisura in primis da personaggi arrivisti che rappresentano indegnamente Enti che si professano portatori dei valori torresini. Omuncoli da sempre in cerca di poltrone che, fino a due stagioni fa, invitavano la gente a disertare lo stadio. In questo circo che è stato messo in piedi, con figuranti di ogni genere, ci siamo volutamente tenuti a distanza, perché a noi interessa il simbolo e nient’altro. Ci rendiamo conto di essere delle mosche bianche che non dicono sissignore e che è in atto un chiaro tentativo per eliminarci, perché è palese che a qualcuno diamo fastidio, ma non siamo mai stati allineati e mai lo saremo. A noi che abbiamo vissuto le situazioni più disparate e disperate nel Pianeta Torres, non ci esaltano i tabelloni pubblicitari a led o i seggiolini colorati, abbiamo sempre preferito condividere tozzi di pane e salame con chi non hai mai abbandonato la barca nei mari tempestosi piuttosto che fare abbuffate di caviale banchettando con chi fino a ieri derideva la Torres e non sapeva neppure dove si trovasse lo stadio,

In questa situazione di disgusto, colpiti nel cuore perché falcidiati da diffide che ci priveranno per anni dei nostri fratelli con cui, fieramente, abbiamo sempre marciato l’uno a fianco all’altro, troviamo necessario fermarci un attimo. Domenica, per la prima volta dopo anni, la Torres non sarà seguita dal nostro gruppo. Una decisione drastica ma necessaria perché non possiamo rimanere indifferenti a ciò che sta accadendo. Chi crede di farci fuori dovrà lottare parecchio perché siamo duri a morire e, come ci insegna la storia, sappiamo bene che noi saremo sempre li, mentre coloro che ora si professano grandi torresini, sono solo delle patetiche comparse che, questione di tempo, torneranno a guardare la serie A in tv o a passare i loro fine settimana a fare altro. Che la prossima partita sia con l’Olbia poco ci interessa, mettiamo davanti a tutto il legame con i nostri fratelli di curva che stanno pagando il fatto di non piegarsi a un sistema per noi inaccettabile. Del calcio giocato, in questo momento, non ci interessa niente. Preferiamo sentirci più uniti che mai, stando fuori con chi è stato escluso. E’ giusto che chi ha inquinato i pozzi si prenda le proprie responsabilità e che si renda conto di cosa significhi una curva senza noi. La Torres domenica giocherà comunque ma, questa volta, senza la sua anima

NUOVA GUARDIA TORRES

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