di Giacomo Russo Spena su “il manifesto”
È l’anticamera della carta sui diritti civili, un provvedimento da Ventennio». Lorenzo Contucci, avvocato di molti ultras ed esperto del pacchetto antiviolenza negli stadi, osteggia l’introduzione dal prossimo campionato della tessera del tifoso. Voluta dal ministro Amato (subito dopo la morte a Catania del commissario Raciti) e messa in pratica adesso da Maroni, si presenta come uno strumento di fidelizzazione adottato dalla società di calcio. Per contrastare gli episodi di violenza.
Dov’è il problema avvocato?
Non sono contrario di per sé alla tessera perché è corretto che
 una proprietà adotti una fidelizzazione coi propri supporter e cerchi 
di invogliare il proprio cliente con un rapporto di natura premiale. Se 
sono un sostenitore che va sempre allo stadio in casa, è giusto che in 
trasferta guadagni dei punti che mi consentono delle agevolazioni 
rispetto a quelli di solito guardano la partita in televisione.
E allora?
Questa non è la tessera del tifoso ma quella del Viminale, nel 
senso che da un lato la società si regola con i clienti-tifosi, 
dall’altro ci vuole il nullaosta della questura come per il porto 
d’armi. Si configura uno stato di polizia.
Quindi contesta il controllo delle questure?
Il problema sono i criteri con cui viene distribuita la 
tessera. Vieta l’emissione o la vendita per qualsiasi persona sottoposta
 a daspo o che è stata condannata, anche con sentenza non definitiva, 
per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive. 
Quindi se uno, sbagliando, fa una bravata da giovane poi per tutta la 
sua vita non potrà più entrare negli stadi.
In realtà Lega Calcio e Viminale dicono che non 
possono usufruirne solo chi ha una diffida in corso o chi ha avuto una 
condanna negli ultimi 5 anni.
Non è vero. Mentono sapendo di mentire. L’articolo 9 della 
legge 401 del ’89 è chiarissimo: non devi esser stato condannato, anche 
con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o causa di 
manifestazioni sportive. E non c’è scritto negli ultimi 5 anni. Stesso 
discorso per il daspo. In base all’articolo tutti i soggetti che hanno 
ricevuto una diffida, in qualunque anno, per qualsiasi ragione e 
qualsiasi sia stato l’esito del procedimento penale, non potranno avere 
la tessera. Poi forse le questure faranno una circolare per ammorbidire 
il provvedimento. Ma la legge rimane quella.
Quindi anche se alla fine uno viene prosciolto non può più accedere negli impianti?
Certo, la legge non prevede questo caso. C’è un vulnus 
giuridico, siamo allo azzeramento dei diritti civili di una persona. E 
malgrado quanto dica il ministero degli Interni a Milano ci sono già 
alcuni precedenti.
La tessera del tifoso infatti prende come modello la carta milanista Cuore Rossonero.
Un caso?Forse c’è un piccolo conflitto d’interessi (ride, ndr).
 Comunque la società ha distribuito all’inizio del campionato migliaia 
di tessere e successivamente il Viminale ne ha bloccate tantissime 
facendo un grande screening. Alcune sono state invalidate e inserite in 
un’apposita black list. Da qui il grido d’allarme delle tifoserie del 
Paese.
Nel resto d’Europa però esistono le tessere del tifoso e il modello non crea malumori.
Ma non sono gestite dallo Stato. A differenza dell’Italia le 
società sono padrone degli stadi quindi decidono loro chi volere: il 
nullaosta non viene dato dalla questura. Ad esempio, in Inghilterra le 
membership card sono gestite dalla proprietà, sono a pagamento e hanno 
sostituito il pubblico da popolare a ceto benestante. Non tutti possono 
permettersi la gold card. E’ un meccanismo turbocapitalista, non mi 
piace ma è così e gli ultras lo accettano.
La scritta «No alla tessera del tifoso» campeggia 
sui muri di molte città italiane da Roma a Firenze, Napoli e Milano. Sta
 rinascendo un movimento ultras?
Stanno localizzando la protesta attraverso campagne di 
sensibilizzazione, ma non escludo che facciano anche una manifestazione 
nazionale. Non sono contrari, ribadisco, alla tessera in generale ma ai 
suoi criteri di assegnazione. Chiedono di modificare due articoli della 
legge, per il resto sono anche favorevoli a vietare la tessera per chi 
ha un daspo in corso o ha commesso, negli ultimi 5 anni, reati in 
occasione o a causa di manifestazioni sportive. Con un pizzico di buon 
senso Maroni potrebbe risolvere facilmente la questione, c’è di mezzo la
 democrazia. Altrimenti faccia come vuole e si troverà proteste ovunque e
 stadi vuoti.
A livello legale sta preparando un’offensiva?
Sono pronto insieme a un pool di avvocati a fare ricorsi di ogni tipo e in qualsiasi sede. Compresa
la corte di giustizia europea. La partita è appena iniziata.

 
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