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5 novembre 2013

Comunicato Ingrifati Perugia


Le battaglie si possono perdere, l’importante è averle combattute. Suona forse un po’ banale ma in questo momento calza a pennello. Sono tre anni che giriamo l’Italia dicendo “no alla tessera del tifoso”, dentro e fuori gli stadi, senza saltare una trasferta, affrontando le normative sempre più repressive e le vittorie sul piano legale di chi sta tessera l’ha sempre combattuta.

Ora siamo arrivati ad una svolta, dovuta a due fattori,da un lato la Lega Pro ha adottato un sistema chiamato “Supporter card” che è molto più simile alla Away-card (possibile solo in serie A e B ) che al progetto originario della tessera, dall’altro c’è stata una stretta repressiva importante, dovuta ad una sentenza del Consiglio di Stato di poche settimane fa, che ha reso legittimi i DASPO per chi si presenta in trasferta senza tessera, che si abbia o no il biglietto per lo stadio. A questo punto siamo stati costretti a guardarci in faccia e a cercare di capire se e quanto fosse possibile per noi andare avanti come abbiamo fatto finora. Ogni realtà, a seconda delle proprie possibilità, numeriche e di forza, è stata costretta a prendere la propria strada. C’è chi non parte più, c’è chi parte lo stesso senza Supporter-Away card, c’è chi, per portare avanti il proprio modo di essere, ha deciso di sottoscriverla. Noi nostro malgrado abbiamo dovuto prendere questa ultima scelta, per non sparire, per non chiudere, perchè sentiamo di poter dare ancora tanto, nonostante tutto a modo nostro! E soprattutto perchè sentiamo di essere rimasti quasi da soli a Perugia a portare avanti un certo modo di vivere lo stadio e la curva, senza compromessi, senza interessi, senza smanie di protagonismo o di potere, ma mettendo il bene del Grifo e del gruppo sempre davanti a tutto, con la chiarezza e la trasparenza che ci ha sempre contraddistinto, con la voglia di continuare a essere ultras, pagando le nostre conseguenze, ma con la nostra faccia, a testa alta. Davanti a questa considerazione non ce la siamo sentita di lasciarla la nostra curva, perchè speriamo che da questa scelta possa crescere una generazione che riporti la curva nord in alto, non a livello di numeri, ma a livello ultras. Ci troviamo costretti a dover dire che si, questa battaglia l’abbiamo persa, ma siccome la guerra contro chi vorrebbe vederci morti vogliamo continuare a combatterla, abbiamo scelto di continuare a esserci. Non ci vergogniamo di nulla, non rinneghiamo una sola parola, un solo coro, una sola azione, spesa contro questo strumento, che continuiamo a credere sia una delle forme repressive più avanzate di questo paese. Ma siamo “tignosi”, arrenderci non è nelle nostre corde, e allora andiamo avanti, a testa alta perchè NOI possiamo permetterci di farlo, perchè il nostro gruppo, la nostra squadra, il nostro modo di essere ultras non lo abbiamo mai tradito e non lo abbiamo mai venduto, non cominceremo di certo adesso. Il prezzo da pagare è alto, ma è il prezzo per continuare a resistere, e allora siamo disposti a pagarlo, con nel cuore l’amarezza per non essere riusciti ad andare più avanti di così, ma con la soddisfazione di avere avuto la lucidità di capirlo. Rimane il massimo rispetto, e forse una punta d’invidia per le condizioni che glielo permettono, per tutti coloro che riescono ancora a lottare, in ogni modo, contro questo strumento. E rimane tutto quello che siamo stati finora, questa scelta non cambia il nostro modo di vivere lo stadio e il gruppo, che è sempre quello, da quasi 25 anni. Con tutto l’odio possibile, ci vediamo in giro. 

OSTINATAMENTE INGRIFATI, OSTINATAMENTE ULTRAS.

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