---------------IL PUNTO -------------
di Riccardo Girardi
Quando arriva il momento dei grandi avvenimenti internazionali (soprattutto
Mondiali ed Europei), generalmente l'ultras italiano cade in uno stadio di
irreversibile depressione. E non c'entra niente il fatto che gli azzurri siano
forti o meno o che le super-discusse convocazioni lo abbiano più o meno
soddisfato. Il giovane ultrà, infatti, si appresta a constatare in diretta mondovisione
che la sua Nazionale sarà anche questa volta sostenuta da un tifo debole,
improvvisato e disorganizzato. La situazione peggiorerà poi alla vista dei "muri
arancioni" degli olandesi, delle folle in blu al seguito della modestissima Scozia,
dei colorati e pittoreschi fans delle nazionali del nord-Europa, degli orgogliosi
supporters verdi dell'Irlanda, delle infervorate tifoserie balcaniche, degli
organizzatisssimi "Ultras Portugal" piuttosto che delle scatenate orde
carioca. Ovviamente il crollo psicologico del nostro ultrà si verificherà
alla vista della prima partita dell'Inghilterra e all'ascolto dell'inno
nazionale britannico, quando si avrà l'ennesima riprova che gli
"inventori del calcio" probabilmente sono anche gli "inventori del
tifo", o comunque ne sono certamente i migliori interpreti.
Occorre essere onesti...
Anche se ho una predilezione per il tifo di
stampo british, non mi considero anglofilo a tutti i costi e sono il primo a
rimarcare la spocchia, il senso di superiorità e l'arroganza che generalmente
contraddistingue questo curioso popolo che vuole la moneta Euro per gli altri ma non
per sè e che guida sistematicamente contromano solo per differenziarsi dagli
altri. Inoltre so bene della disistima e della supponenza con cui i sudditi di Sua
Maestà guardano allo sgangherato Stivale italico. Però quando si parla di
tifo bisogna prendere atto che i ragazzi d'oltremanica hanno veramente
"qualche" marcia in più, e anche nell'ultimo Italia-Inghilterra, a
Torino qualche settimana fa, la cosa è parsa lampante: 2.500 ragazzi sbarcati qua
"solo" per un'amichevole, stendardi in prima linea, voce impostata e
spirito nazionalistico ai massimi livelli. Una bella lezione di fronte al solito
sconsolante scenario nostrano: stadio e atmosfera oltremodo grigi, volenterosi ma
ininfluenti gruppetti divisi tra loro, piccole e insignificanti rivalità di cortile
ancora una volta messe davanti a qualunque altra cosa, inesistenza completa di quasiasi
forma di coro o incitamento minimamente organico; per non parlare dei ragazzi di Viking
Italia, smaniosi di esordire al seguito degli azzurri e costretti a dover
desistere ad opera di loro stessi connazionali!
La frammentazione.
Per l'ennesima volta le rivalità interne tra i gruppi
e le squadre di club hanno tarpato le pur fragili ali del tifo nazionale, una cosa
che per gli inglesi sarebbe non solo allucinante e incomprensibile, ma addirittura
demenziale. La grandezza delle migliori tifoserie al seguito di squadre nazionali, e degli
inglesi soprattutto, sta molto qui: riuscire a mettere da parte i problemi di
"politica interna" per dar vita ad una brillante "politica estera".
Non crediate che in Inghilterra le rivalità tra le squadre di club non siano forti:
per certi versi lo sono più che da noi, visto che talune squadre sono autenticamente
espressione di realtà sociali (pensate al Tottenham, la squadra della comunità
ebraica, o all'Arsenal, che raccoglie le simpatie degli immigrati londinesi) non di rado
in forte conflitto tra loro. Bene, i fans di queste squadre, che nei weekend non
disdegnano di prendersi a sonore mazzate, quando gioca la Nazionale smettono di
essere tifosi di una semplice squadra di club per "evolvere" in qualcosa di
ben più importante, divenire cioè tifoso dell'Inghilterra. La propria identità
di fan del club non è mai rinnegata (anzi, gli stendardi indicano
tranquillamente il club del quale il proprietario della bandiera è tifoso), diciamo che
semplicemente e pacificamente passa in secondo piano.
Consapevolezza.
In Italia, occorre dirlo, sia pure lentamente, sta crescendo
la consapevolezza di doversi e potersi compattare dietro al tricolore. Purtroppo lo scarso
"nazionalismo" (parola da interpretare con accezione assolutamente positiva!)
italiano, figlio anche dei nostri politici che ci dividono anzichè
affratellarci, non è paragonabile allo straripante senso della bandiera di quasi
tutti gli altri stati. Ma l'encomiabile spedizione belga/olandese della passata estate e
il fondamentale lavoro "oscuro" dei ragazzi di Viking Italia, sono ad
esempio due indicatori di una tendenza che nel giro di qualche tempo potrà
finalmente creare un vero tifo al seguito della Nazionale. "Qualche tempo",
dicevo, ma quanto sarà questo "tempo"? Dipenderà da noi ultrà italiani: se
continueremo a ragionare illogicamente pensando che "io veronese non andrò mai in
curva a fianco di un napoletano" o "io salernitano non canterò mai con un
fiorentino" ce ne vorrà molto; se saremo disposti a farci qualche bella ora di
macchina/treno/aereo in compagnia di qualche amico sperimentando il brivido di
cantare a squarciagola "Fratelli d'Italia" ce ne vorrà molto meno.
L'importanza dell'unità. Se sapremo essere più uniti tra
noi, getteremo le basi per una crescita complessiva del ruolo del
"tifoso". Prendendo nuovamente spunto dagli inglesi, scopriremo che la
conseguita compattezza ci sarà di aiuto anche come ultras della squadra di
club. In Inghilterra hanno dato vita ad un'organizzazione fortissima (Supporters
Association) che opera a vantaggio del tifoso sia in occasione delle gare
dell'Inghilterra (organizzando le trasferte in maniera compatta), sia nei confronti del
calcio inglese, che viene giustamente obbligato a "sottostare" al volere del
tifoso, un tifoso "intelligente" e consapevole, che sa prendere coscienza
del suo centralissimo ruolo di "utente finale" dello spettacolo
calcio. Rifiutando sdegnosamente il ruolo - quello del tifoso italiano oggi - di
ultimo e insignificante anello di una catena che lo sfrutta e lo "maltratta"
senza pietà sballottandolo tra prezzi assurdi, pay-tv, bagarini e calendari impazziti.
Bollettino ufficiale del Club "ULTRAS INSIDE"
Mensile - Anno 0 - numero 0 - mese Dicembre 2000
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