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10 luglio 2008

Spezia: L’ultimo tifo per Ilaria

Più di mille braccia al cielo per applaudire Ilaria e accompagnarla nell’ultimo viaggio allo stadio Picco della Spezia. Nella sua Curva, nella sua casa. C’è chi ha preso un pomeriggio di ferie, chi ha anticipato il rientro dal mare e chi addirittura è dall’inizio della settimana che non va a lavorare perché affranto dal dolore. Ci sono tantissimi giovani, ultras della Vecchia Guardia, ma anche persone di mezz’età nascoste dietro vistosi occhiali da sole quasi a voler schermare le lacrime.
Oltre cinquecento persone applaudono, piangono, cantano per Ilaria Franchetti Rosada, una splendida ragazza di 29 anni strappata alla vita, agli amori, alle sue passioni per una maledetta malattia che ha colpito i polmoni. C’è la mamma Tina che non ha più lacrime da versare e il papà Franco che nonostante i guai di salute riesce a trovare la forza di gridare a tutti “Grazie Ilaria e forza Spezia». Momenti commoventi che raggiungono i brividi quando gli amici e le amiche leggono le lettere di Ilaria inviate prima di partire per l’ospedale di Padova dove il trapianto di polmoni le ha cancellato tutti i sogni. Proprio così: da Padova, a Padova. Dalla fantastica promozione di due anni fa, dove Ilaria accusò i primi sintomi della malattia, alla fine del sogno in una stanzetta del reparto di rianimazione.
Il fidanzato Peppe commuove tutti quando racconta gli ultimi istanti di Ilaria. «L’ho accompagnata fino alle soglie della sala operatoria. Ilaria era felice e fino all’ultimo inviava sms agli amici. L’unica consolazione è che l’ho vista sorridere fino all’ultimo come era nella sua natura. Sono stato fortunato di avere conosciuto una persona così speciale. Era sempre un passo avanti rispetto a tutti, nonostante le difficoltà. Sappiate che quando sarò in questa fantastica curva lei mi starà sempre accanto».
Ilaria ci sarà, lo ha promesso anche nella lettera inviata allo speaker del Picco Federico La Valle: «Quando chiamerai in campo le formazione sappi che sarò sempre ad ascoltarti» quasi a presagire che non ce l’avrebbe fatta. Eppure la casistica di quelle operazioni lascia tantissima speranza. Ma forse Ilaria avvertiva strane sensazioni, nonostante non avesse mai perduto quell’inseparabile sorriso che la rendevano amabile.
Quando la bara bianca entra nel cuore della curva ci sono già cinquecento tifosi ad aspettarla. Marco Gorzegno non trattiene le lacrime: la sua maglia è stata indossata da Ilaria nella bara. Al suo fianco c’erano anche Francesco Zizzari e gli ex Bruccini, Rotoli e Caverzan e poi numerosi dirigenti dello Spezia sparpagliati tra la gente. Una delegazione degli “Sgreuzi”, tifosi della Sampdoria e amici degli spezzini, depone un mazzo di fiori sulla bara. Ci sono due minuti buoni di applausi. E poi il canto ultrà preferito da Ilaria seguito da “O bela Spesa” con tanto di sciarpata e fumogeni. Le tifose delle Curve Pericolose sono in prima fila con i lucciconi. Per loro che hanno vissuto in presa diretta tutto il calvario di Ilaria il colpo è ancora più duro. Si rivedono le sciarpe del club Cavatorti di Fossamastra, di cui Ilaria fu presidente ad appena 19 anni. E poi naturalmente la foltissima rappresentanza dell’Orgoglio Spezzino. Sullo sfondo della bara, affisso alla rete c’è lo striscione che ricorda Mattia Sorrentino, il primo fidanzatino di Ilaria, morto dieci anni fa a seguito di un incidente stradale. In curva c’è la sua mamma Liviana alla quale Ilaria ha riservato una delle lettere più toccanti.
La bara lascia lo stadio coperta di sciarpe bianche e nere, il carro funebre se ne va con la bandiera degli ultras che sventola. La gente si abbraccia e piange, chi invece se ne sta in disparte in religioso silenzio. Il corteo funebre si allontana dal Picco e si dirige a Barbarasco dove il sacerdote attende per la cerimonia religiosa.
La gente del Picco tarda a sfollare Qualcuno propone di dedicare a Ilaria la Curva Ferrovia. Ma lei, con quel suo viso da eterna bambina, vi avrebbe risposto con tono scanzonato: «Ma che diavolo state dicendo?». Già perché Ilaria non era protagonista. Il suo protagonismo era quel suo sorriso speciale e accattivante sempre scolpito in volto anche nella cattiva sorte. Ilaria non vuole cerimonie perché state certi sarà sempre tra noi a gridare “Forza Spezia”.

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